Un esordio lungamente rimandato: i Soviet Ladies esistono come gruppo fin dal lontano 2006, ma si sono presi una pausa che è durata fino al 2012. Il trio di origine veneta ora però ha pubblicato un debutto che si muove tra new wave, indie rock e post punk, portatore di buone sensazioni.
Soviet Ladies traccia per traccia
La prima traccia è Disco Pistols, con trame di basso piuttosto fitte, e una vitalità prorompente anche se leggermente appannata da un mood piuttosto dark, che avrà modo di esprimersi in modo più consistente lungo l’arco del disco.
Si appoggia su sonorità più vicine alla new wave la funebre Graveyards, con tutti gli stilemi classici della band post-Cure. Ma il vento cambia molto in fretta: Tropicana è già di tutt’altro umore, attinge da fonti più indie e alza in modo brusco i ritmi.
La velocità del disco è però molto variabile: con Cyberia torniamo a momenti molto più controllati e a umori molto più oscuri. Transitaliana costruisce una progressione sulle armonie del synth.
A seguire Technical Life, breve e compatta, che lascia spazio al passo rallentato di Kiev, dai contorni brumosi e nuovamente vicina alla dark wave. Molto più accelerata e aggressiva Asexual DJ, con molto spazio per la chitarra.
San Salvador esprime la propria aspirazione a postazioni dall’atmosfera più accogliente con nuove dosi di chitarra e un drumming molto intenso e incalzante. Si chiude con Animal Balls, ritmata e consistente.
Il disco ha ottimi momenti e l’alternanza veloce/lento finisce per offrire una buona varietà alle canzoni. L’esordio dei Soviet Ladies è da giudicare in modo positivo, anche se è probabile che il prossimo disco sarà anche più centrato.