Elettronica+rock=suono della contemporaneità, si potrebbe dire. Sembrano pensarla così anche i Toot, che dopo un paio di ep sono approdati al primo lp, Error 404 (qui la recensione) adottando proprio questa formula, e con non poca personalità. Abbiamo intervistato il batterista della band, Michele Lunati.
Alle spalle avete due ep, ma un disco “intero” è certamente un passo importante. Come lo avete affrontato? Con quali umori e sensazioni? Siete totalmente soddisfatti del risultato?
Incidere un disco per intero è sicuramente una bella sfida, è il momento in cui porti a termine il percorso che stai attraversando. All’inizio ovviamente c’era un po’ di nervosismo misto a eccitazione; poi arrivi in sala, monti, ti metti le cuffie e senti dall’altra parte qualcuno che dice “4 fuori e partiamo”.
Al termine delle registrazioni, abbiamo messo tutto insieme, e già lì eravamo contenti; una volta finiti mixaggio e master avevamo i sorrisi più grandi della faccia! Il risultato è stato esattamente come ce lo aspettavamo, e forse anche meglio, quindi soddisfattissimi. In passato, per altri lavori e su altri progetti, magari ci è capitato di pensare, a cose terminate, “quel pezzo potevamo farlo così, suonava sicuramente meglio…” , in questo caso no. La spiegazione è abbastanza semplice!
I vostri lavori precedenti, compreso il singolo “Sballo” hanno avuto un’ottima accoglienza. Questo ha aumentato la pressione su di voi o avete lavorato come se niente fosse?
Nessuna pressione, anzi ci ha dato una naturale propensione a fare le cose più spontaneamente possibile. Abbiamo sempre fatto un po’ come ci pare, musicalmente parlando, e questa formula ha funzionato alla perfezione. Come si dice in casi come questi, squadra che vince, non si cambia, e allora abbiamo deciso di restare così come eravamo. Ovviamente i nostri lavori precedenti ci hanno messo una bella esperienza e consapevolezza su quale fosse la strada da percorrere, la quale, una volta presa, non abbiamo più lasciato. E del risultato ne siamo davvero molto fieri!
Quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato nel realizzare il disco, se ce ne sono state?
Be’, abbiamo avuto un po’ problemi generali diciamo, infatti è anche da questi piccoli intoppi che è venuto fuori il titolo “Error404”. D’altra parte dobbiamo riconosce che sono stati proprio questi intoppi che ci hanno permesso di produrre un album proprio come lo volevamo, con la giusta ricetta di synth, chitarre, bassi e batterie. Della serie, le disgrazie non vengono sempre per nuocere.
Toot, la persona giusta al momento giusto
Come nascono le collaborazioni con Giovanni Ciaffoni, Lord Madness, Costanzo Vitale?
Uno dei problemi della domanda precedente, è stata la mancanza di una voce principale. I pezzi erano pronti e non sapevamo come sviluppare una linea vocale. Come accade spesso in queste cose, c’è stata la persona giusta al momento giusto con la traccia giusta. Il resto è venuto abbastanza naturalmente.
Potete raccontare la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco?
Per la parte più “rock” abbiamo utilizzato chitarra e basso elettrico, generalmente Fender con i classici distrorsori e delay, abbastanza comuni nel mondo degli strimpellatori, supportati da un bass synthesizer per i suoni un pò cicciotti, e la classica batteria è rock: rullante, cassa e timpano charleston e 2 crash. Per la parte elettronica, abbiamo utilizzato vari plug in, supportati da software di produzione elettronica e un Moog Sub Phatty Analog Bass Synth per i bassi più corposi. Tutto qui.
Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimate di più in questo momento e perché?
Un ottimo lavoro, lo sta facendo quel mattacchione di Clap!Clap!.
Bello bello bello!