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jack brain

Jack Brain è il progetto solista di Giacomo “Jack” Casile, musicista underground di Reggio Calabria già membro fondatore di Insomnia creep, Greetings from Terronia, H.S. e No more Nothing.

Il progetto prende forma nel 2015 con l’intento di rielaborare in maniera personale le sonorità alternative rock/grunge anni ’90, nascono così i dodici brani che andranno a far parte del primo full lenght ufficiale, Epic Spleen. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.

Puoi raccontare la tua storia fin qui?

Inizio la mia avventura musicale all’età di 17 anni suonando il violoncello e successivamente la chitarra ritmica nei Forgotten Hopes, cover band degli Anathema, fino al 2007 quando entro a far parte della band pop rock Fuck-SIMIL3 come bassista,con la quale registro una serie di demo. Nello stesso periodo vengo contattato come chitarra solista nella death metal band reggina Aenima (successivamente poi cambierà il nome in Cold Aenima), il primo gruppo in cui sarò l’autore delle musiche.

Nel 2009 si sciolgono i Fuck Simil3 e nasce dalla collaborazione con il cantante Antonio “Oley” Ielo il mio primo progetto, gli Insomnia Creep, tra alternative metal e death metal melodico. Nel 2010 esce il primo ep dei Cold Aenima “The Shade has Fallen” e nello stesso anno, insieme al cantante Lorenzo Iero, fondo una nuova band, questa volta alternative rock, i Greetings from Terronia.

Nel 2011 decido di lasciare i Cold Aenima causa divergenze musicali con gli altri membri; in quel periodo escono i debut album dei miei progetti Insomnia Creep e Greetings From Terronia che riscuotono svariati consensi sul web. Dopo una lunga pausa esce il secondo disco
dei Greetings from Terronia nel 2015 dal titolo Cat’s Zoo, recensito molto bene sulle varie webzine italiane.

Oggi invece mando avanti oltre al mio progetto solista Jack Brain,nato dalla passione per le sonorità alternative rock/grunge,altre due band,i No more Nothing (hard rock/metal) e gli H.S. (grunge) di cui a breve usciranno i primi full lenght.

Come e perché hai capito che questo era il momento giusto per metterti in pista da solo?

E’ nato tutto per caso, negli ultimi anni ho scritto tantissima musica ma non riuscivo a trovare un cantante che condividesse i miei stessi gusti musicali per poterla completare. Così un giorno, per gioco, provo a registrare su una base delle linee vocali; da quel momento in poi nel giro di un mese mi ritrovo con 12 brani pronti.

Dopodiché faccio girare le demo su internet e noto un buon responso; tutto ciò mi ha spronato a registrare l’album in studio e a mettermi in gioco come solista.

Hai scelto volutamente sonorità grunge per questo disco. Scelta puramente di gusto oppure era ciò che sentivi più naturale per come le tue canzoni stavano nascendo?

Ho scelto sonorità grunge perché adoro il genere e mi piacciono le produzioni degli album di quel periodo. Dischi come Superunknown o Dirt secondo me suonano ancora oggi modernissimi nonostante siano usciti più di vent’anni fa.Comunque nel disco non c’è solo grunge, si sente l’influenza metal in alcuni frangenti (Crippling Hurt) e altri passaggi quasi darkwave (No one Left to Blame).

Come nasce “Another day”?

Another day è un brano dove ho sperimentato molto musicalmente, usando molte dissonanze in contrasto con un cantato quasi pop. Mi piace l’atmosfera che si crea in bilico tra dolcezza e incubo. L’influenza principale sono sicuramente gli A perfect circle delle ballad Orestes e 3 libras, i miei brani preferiti di Mer De Noms.

Puoi raccontare la strumentazione principale che hai utilizzato per suonare in questo disco?

Ho registrato tutti gli strumenti compresa la voce con la mia scheda audio Tascam US-1641 e poi ho portato tutto al mio amico Alessio “Lex” Mauro che si è occupato sia del mix che del master.

Puoi descrivere i tuoi concerti?

I concerti sono ancora in fase di preparazione, spero di riuscire a breve a completare la line up per portare in giro il disco per primavera/estate.

Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimi di più in questo momento e perché?

L’artista indipendente che stimo di più è sicuramente Aquefrigide. Quello che ha fatto con i primi demo è davvero grandioso, un mix musicale abrasivo e originale (una sorta di industrial con inserti grunge e metal), adoro comunque tutta la sua produzione. L’ultimo Dinosauri mi ha stupito, è abbastanza differente dai precedenti,c’è una maggiore sperimentazione con l’elettronica moderna ma il risultato è sempre ottimo.

Puoi indicare tre brani, italiani o stranieri, che ti hanno influenzato particolarmente?

Joy Division: Dead souls
Morphine: The Otherside
Nirvana: Even in his youth

Jack Brain traccia per traccia

jack brainIl disco si apre con un’energica This Life, chiaramente influenzata dalle sonorità del grunge, con chitarre elettriche di portata robusta. Più ragionata ma non meno oscura Nobody Knows, altrettanto soggetta ad aperture elettriche su un tessuto ritmico più rallentato.

Over Now è un altro passaggio oscuro e minaccioso, mentre con Abyss, paradossalmente, gli ambienti sono più luminosi, ma sempre con ben in mente lezioni tipo Soundgarden e Alice in Chains, quindi senza eccessi di speranza all’orizzonte. Another Day prova strade leggermente diverse e fluide, con una scorrevolezza elettrica che caratterizza il pezzo.

Qualche indizio di dark wave nell’incipit di Crippling Hurt, cantata con voce filtrata e sempre ruvida, con risultati che fanno pensare ai NIN. Molto più diretta Gone Away, anche se anche in questo caso la voce è passata attraverso qualche diavoleria elettrica, almeno sulle prime.

On the way home passa a idee più ragionate, anche se il volume si alza nel corso del brano e si incontrano zone tempestose. Oscura e inquieta No One Left To Blame, forse la più vicina a discorsi metal. Ci si avvia verso la fine con Lost, ritmata e molto determinata. Si passa quindi agli accordi ancora una volta oscuri dello strumentale Anarada, prima di terminare con la title track Epic Spleen, i cui passaggi sembrano scegliere modalità più sfumate.

Buona prova per Jack Brain, che approccia il disco con la convinzione giusta. La scelta delle sonorità condiziona l’album, ma il risultato riesce a essere organico e interessante.

Se ti piace Jack Brain assaggia anche: SoFa King

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