Uscirà il 20 gennaio, ma puoi già ascoltarlo cliccando qui in anteprima assoluta, La Fabbrica delle Nuvole, disco firmato dal cantautore Livio Rabito. Siciliano, ex Eneide e Randone, con importanti esperienze di studio e live alle spalle, Rabito si trasforma ne La Fabbrica delle Nuvole per pubblicare con la neonata etichetta MaiOhm un disco ricco di delicatezza e canzoni d’autore.
La Fabbrica delle Nuvole traccia per traccia
Si parte da Nuvole, in modo appropriato, un primo percorso delicato, con fisarmonica e percussioni world music. La canzone accelera riempiendo l’aria di ritmi folk moderatamente allegri.
Polvere di stelle parte da una voce narrante e da un banjo per un pezzo serio e sostenuto, uno dei perni intorno ai quali gira il disco. Ecco poi Gabbiani, morbida ma con linee di basso determinate. Qualche somiglianza con il cantato del conterraneo Battiato emerge in particolare in questo pezzo.
In quel dolce sogno bizzarro si avvolge intorno alla chitarra acustica e ai suoi processi intimi. La tua stanza si adagia su intensità più drammatiche e anche più cupe, indurendo le percussioni. Melodie che sanno di antico animano Candele bianche bruciano, che ha anche qualche risvolto morriconiano nel finale.
Fantasiosa sia a livello di testo sia per la musica ecco Vocali posteriori, che gioca con suoni e lettere con l’aiuto dei fiati. Ricca di nostalgia e memorie ecco Come un’agave, che si richiama alla tradizione cantautorale in modo integrale.
Le seguenti How we were far away e Desiderio condividono ritmi e stile del cantato, con la prima che sceglie provvisoriamente la lingua inglese e la seconda più propensa a derive psichedeliche. Tanto si rannuvolò che piovve: il finale di Kita sfuma tra piccoli suoni, risonanze e rumore di pioggia, in un’atmosfera un po’ Blade Runner.
Un disco significativo e ben scritto, che ha richiesto pazienza, quello de La Fabbrica delle Nuvole. C’è molta delicatezza nel procedimento utilizzato da Rabito, per un risultato sognante e ricco di sottigliezze.