Dietro il nome The Heart and the Void si cela Enrico Spanu, cantautore di origine sarda che ha realizzato un primo ep (Like a Dancer) circa un anno fa, e che ora torna a farsi sentire con A Softer Skin.
L’ep contiene sei canzoni e la vocazione internazionale è confermata non soltanto dall’uso dell’inglese e dal taglio del progetto, ma anche dal mastering affidato a Nick Petersen del Track and Field Recording Studio di Durham, North Carolina.
Si parte con gli arpeggi morbidi di The Same Mistake, discorso dolce guidato da suoni di chitarra acustica in cui l’influenza della canzone d’autore melodica è particolarmente evidente.
Il titolo dylaniano di Girl from The City by The Sea non è casuale, visti i sapori che il duetto vocale con Giulia Biggio (una one take chitarra e voci) porta con sé, con qualche memoria di Simon & Garfunkel come eventuale “bonus”.
Ancora morbidezze soffuse in Love Her Like The Morning, con qualcosa di catstevensiano e un giro di chitarra molto “adornato” ma piacevole.
This Thunder ha un ritmo medio e un umore complessivamente sereno, e si giova di nuovo di un duetto con la Biggio. Tutta elettrica l’apertura di Down to the Ground: per la prima volta nell’ep si alzano i toni e si chiariscono anche le radici rock dell’ispirazione di Spanu.
Arriva la title track A Softer Skin a chiudere il lavoro, con grazia e accordi soffici, un testo che parla di sentimenti, dolce senza essere sdolcinata.
Il lavoro di Spanu si va a collegare a una solida generazione internazionale di cantautori, con chitarra ma non solo, ma senza perdersi in certe vacuità pop da classifica.
Il discorso si va anzi approfondendo canzone dopo canzone, aggiungendo spessore. Un’ottima seconda prova, che attende una giusta consacrazione con un lp.