1463184_629496990425408_1421351195_n“Questo Ep è frutto di un anno di lavoro, fatto di collaborazioni e di strade solitarie, di incomprensioni e di affiatamento artistico, di tempo e di danaro, di sudore e di batticuore, di anima e di testa, di pazienza e di desiderio“.

Questo il testo di presentazione dell’ep omonimo uscito l’anno scorso e rappresentativo della musica di MEnestro (nome d’arte di Luigi Fiore), cantautore con svariate esperienze alle spalle, che abbiamo intervistato.

Mi puoi raccontare la tua storia?

Ho iniziato a suonare a 11 anni e già dopo qualche mese ho iniziato a scrivere “canzoni”. Dai 18 anni fino ai 26 ho suonato in diverse band, sempre come chitarrista/cantante. Con una band, gli “Invisi”, ho anche realizzato un demo nel 2004.

Dal 2006 in poi ho iniziato a scrivere e registrare come solista. Ho partecipato a diversi concorsi, e ho registrato due demo. Nel 2008 una mia canzone ha vinto un concorso ed è entrata a far parte della colonna sonora di un film andato in onda su Sky e su Rai 3.

Negli anni successivi ho continuato a scrivere pezzi e a registrarli in home recording, per poi proporli sui social network principali.

Alla fine del 2012 ho iniziato a lavorare all’ultimo ep ultimato dopo un anno. Le registrazioni come gli arrangiamenti sono realizzati all’80% a casa mia, per i missaggi e mastering mi sono rivolto a uno studio di Milano.

Il tuo ultimo ep contiene cinque canzoni: puoi raccontare in due parole come nascono le cinque tracce?

Vado in ordine di riproduzione. Tutto il mio niente è nata quando avevo 20 anni ed è venuta fuori in seguito alla fine di una storia. A memoria credo che la melodia sia nata sul testo.

Infruttuose comodità è un pezzo che risale all’anno scorso è un assemblaggio di concetti. Il testo della strofa, del ritornello e dello special sono incentrati su concetti nati in momenti separati  ma che sono cmq legati tra loro. La musica è nata sul testo.

Equilibrio è una canzone il cui testo nasce dalla lettura di un libro sull’inconscio, in cui si parla della mancanza di efficace relazione tra conscio e inconscio. La melodia è nata prima del testo.

Il male sottile è un pezzo dalla lunghissima gestazione, quasi 8 anni. La prima versione si chiamava “dolce così” poi il testo è cambiato, e con esso anche la strofa, definitivamente nel 2006. La storia racconta di una persona che stava vivendo un periodo difficilissimo e partendo da questa situazione particolare è venuto fuori un pezzo di universale incoraggiamento alla vita.

L’attentato ha una genesi curiosa. Mi fu raccontata una storia di ingiustizia e mancanza di meritocrazia che fece nascere in me un senso di impotenza e rabbia che incanalai nella melodia.

Il testo nacque qualche mese dopo, e parla della schiavitù mentale che creano i media nelle persone, che ha un potere così forte da riuscire a mistificare addirittura le responsabilità di stragi e genocidi.

Solo qualche settimana fa riascoltando delle vecchie registrazioni ho scoperto che la melodia è nata l’11 settembre 2011. Dieci anni esatti dopo l’attentato alle torri gemelle.

Che novità ha apportato il tuo ultimo ep al tuo modo di fare musica?

Il lavoro all’ultimo ep mi ha dato l’opportunità di migliorare il concetto di arrangiamento e la ricerca suoni più elaborata dei suoni. A dirla breve ha innalzato l’asticella del mio modo di produrre, tanto che ora più esigente da questo punto di vista.

Quali sono i tuoi progetti ora? Il tuo ultimo ep è uscito circa un anno fa: hai altro materiale pronto? Ce ne puoi parlare?

Attualmente sto preparando uno spettacolo acustico dei miei pezzi e nel contempo ho da poco iniziato le registrazioni di un ep, forse un album, acustico.

Sono brani di genere pop, mai pubblicati, che sono stati scelti tra le mie canzoni inedite perché congeniali al solo arrangiamento di chitarra.

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