Scommetto che di lp doppi ne avete visti, ma di ep doppi non così tanti, giusto? E quanti con un titolo come Bisognava dirlo a tuo padre che a fare un figlio con uno schizofrenico avremmo creato tutta questa sofferenza?

E quanti doppi ep in cui le stesse sei tracce siano riproposte due volte, con due sonorizzazioni e due produzioni differenti? Ok, finite le pochade d’apertura è il caso di trattare dei due ep contenenti gli stessi brani, ma con produttori diversi, e firmati da Paolo Saporiti: il primo ha per produttore Raffaele Abbate, mentre il secondo vede alla produzione Xabier Iriondo degli Afterhours.

Il primo ep si apre con un brano a veemenza crescente, A modo mio, robusto pezzo rock che introduce con energia ai brani seguenti. Per esempio In costante naufragio, che lavora maggiormente di cesello e abbassa la voce.

Figlio di madre incompleta parte da posizioni jazzate, ma poi inserisce la chitarra per fornire visioni differenti del percorso della canzone.

Io non resisto si inabissa in profondità da cantautore, anche se agli accordi acustici si alternano inserzioni di fiati. Si rimane su temi simili con Per l’amore di una madre, che però utilizza anche la batteria a fare da contrappunto a immagini famigliari non consuete.

Si chiude il primo episodio con Hotel Supramonte, il classico De André che parlava del proprio rapimento e che qui è riproposta in versione piuttosto minimalista.

E se l’ep prodotto da Abbate vede un lavoro di squadra con molti musicisti, l’ep prodotto da Iriondo si configura invece come un confronto tra Saporiti e il chitarrista degli Afterhours, qui impegnato con una dozzina di strumenti diversi.

Il secondo ep apre con Per l’amore di una madre, proposto in versione sostanzialmente noise, mentre Io non resisto si immerge in sonorità liminali che di tanto in tanto emergono con forza.

Figlio di madre incompleta in questa versione riprende tematiche post rock, con disturbi elettrici a sconvolgere la voce di Saporiti. A modo mio mantiene anche in questa versione l’idea di crescita implicita nel cantato, risultando forse anche più abrasiva.

Di In costante naufragio si sottolineano le qualità da filastrocca, con elementi “etnici” giapponesi e di cornamuse scozzesi, con un curioso risultato un po’ alla Branduardi.

Si chiude di nuovo con Hotel Supramonte, che qui è attorniato da esplosioni e da atmosfere tra il noise e il cinematografico

L’operazione è senza dubbio singolare ma permette di mettere a fuoco meglio l’ossatura forte delle canzoni di Saporiti, che procedono liberamente a prescindere dal vestito che indossano.