Benché si chiamino come lo stato di nascita di Michael Jackson, di Axl Rose e di Larry Bird, gli Indiana hanno poco di americano (a meno che non giochino benissimo a basket, ma non lo sappiamo, al momento).
Tuttavia la band, che pubblica il proprio secondo ep, ha molto di interessante: in quello che, a tutti gli effetti, è un nuovo inizio per il gruppo, si allineano sei tracce di pop elettronico d’autore che andiamo a esplorare.
Anche se qua tutto muore ci avvia verso un umore che non esagera né in termini di tristezza né di eccessiva gioia: il verso “l’allegria un po’ mi prende/anche se qua tutto muore” è piuttosto significativo in merito. L’abito è lo-fi e blandamente elettronico, la sostanza è autoriale.
Laverò le rocce è stata scelta come singolo e video, ed è piuttosto omogenea al brano precedente: pensosa ma senza ansia, con qualche oasi acustica e qualche spunto fantasioso.
Tu mi fai vivere accelera un po’ i ritmi, all’inizio senza smarrire la gentilezza e la malinconia di fondo, ma poi sorprendendo con ritmiche elettropop piuttosto spiccate.
A seguire Memento, che conserva intensità più spiccate rispetto all’inizio dell’ep, ma che riprende il mood pensoso. In questo pezzo nello specifico emergono costruzioni sonore di buona tessitura.
All’interno di Vorrei vivere con poco emergono ironia ma anche tematiche di crisi esterna e interna, che si confrontano con esplosioni sonore improvvise, perfino parodistiche in certi casi.
Ed eccoci all’ovvio finale trance/house/hardcore: Exploding Plastic Inevitable, che cita apertamente l’omonimo spettacolo della Factory di Andy Warhol con i Velvet Underground e Nico, si basa su di un riff furibondo e corre via bruciando i tempi.
Band particolare, parzialmente scombiccherata, che produce musica in linea con se stessa: ma stiamo parlando di una singolarità che regala sorprese, fantasia, creatività.
Il disco stravolge se stesso e i propri presupposti nel corso di poche tracce: ciò che era vero all’inizio, è falso alla fine. Ciò che resta fermo è il talento di questi tre ragazzi, che catturano l’interesse proprio perché non danno niente per scontato.