Dopo il progetto Mondo fantastico, torna Franco Naddei, in arte Francobeat, e lo fa con un progetto ancora più coraggioso: Radici, un disco realizzato interamente con i testi scritti dagli ospiti di una struttura di residenza per disabili mentali (Le Radici, appunto) a San Savino, nelle colline di Riccione.
Il disco conta su quattordici tracce, tra cui alcuni intermezzi, e sulla partecipazione di ospiti come Sacri Cuori, Santo Barbaro, John De Leo e altri.
Si parte con Belluno, brano del tutto minimalista a livello musicale, in cui le voci degli ospiti de “Le Radici” si ascoltano direttamente. Più malinconica l’atmosfera di Io ero bellissima, influenzata dal pianoforte che guida il discorso.
Con Le mie meraviglie, come sempre con un testo tra l’onirico e l’infantile, ci si addentra in atmosfere maggiormente elettronica/ambient.
E’ bella la pioggia invece affronta discorsi molto più concreti (più o meno) in un contesto giocoso. Questa è rappresenta un intermezzo con sample di voci campionate, mentre Verde/secco si inoltra in problemi di carattere medico con tono allegro e scanzonato.
Camminare prende un taglio cantautorale, mettendo in luce pensieri intimi e abitudini. Altri esperimenti vocali in …la mia…, quindi Il principe e la donzella, in forma di narrazione fiabesca.
Pillole (“pillole magiche/pilllole di chi è fragile/di chi non ha una vita facile”), uno dei brani più ispirati è accompagnato soltanto dalla chitarra acustica.
Il pupazzo di neve si districa tra contrabbassi e atmosfere jazzistico/waitsiane, e un cantato che affronta svariate sfumature. Altro intermezzo con …voce, poi si parte con Carmencita, che con l’aiuto dei Sacri Cuori confeziona un curioso pastiche di canzoni in salsa rockabilly. Chiude Che cambino le cose, con gli stessi Sacri Cuori e con John De Leo.
E’ chiaro che un disco del genere non si può estrarre dal contesto in cui è stato composto (ma esistono dischi che esulano dal proprio contesto?).
Non sta a noi giudicare la valenza “terapeutica” dell’operazione, si può invece dire che il disco è divertente, a volte commovente, curioso e in definitiva molto diverso da ciò che si è abituati a sentire.