artworkSi chiama Sayonara il progetto di Il Lorenz, chitarrista dei Mad Martigan e di Al Doum & The Faryds che affianca ai lavori di squadra anche questo esordio solista.

Il disco mette insieme ispirazioni di provenienza da entrambe le sponde dell’Atlantico, con sonorità ispirate spesso al rock ruvido (ma senza arrivare al metal) e idee e struttura di canzoni di respiro più europeo.

Introdotta da suoni cristallini e perfino da uno scacciapensieri, Holy Makers apre il disco sulle note di un rock-blues di stampo apertamente americano. La canzone si allunga oltre i sette minuti con un cambio di ritmo che imprime uno strappo nel finale del pezzo.

La title track Sayonara segue con ritmi lenti e ampie volute, chitarra in buona evidenza senza peccare di eccessivo protagonismo, mentre Let me try you with my magic power si impernia su un riff piuttosto acido di chitarra.

Ayahuasca! (con il punto esclamativo, come si faceva una volta per i titoli dei fumetti tipo Tex o Zagor) parte sussurrando e lavorando sott’acqua, per poi accendersi piano piano durante la corsa.

La lunga Same Semen apre con dissonanze di stile psichedelico, poi introduce il classico armamentario rock accompagnato però anche dalla tromba che furoreggia e si erge a protagonista del pezzo più sperimentale del disco.

Rockers si trova a proporre un sound robusto e una struttura solida, condita con echi, voci femminili e suoni di varia provenienza. Più morbida Ubriaque, sempre con un chiaro timbro americano in bella evidenza. Nella seconda parte il percorso del pezzo si arricchisce di colori differenti.

Composite le sensazioni proposte dalla traccia finale, Resist, che alla chitarra affianca il pianoforte, opponendo idee melodiche al tessuto ruvido di cui è costruito il brano.

Le canzoni sono ben assemblate, anche se qui e là il dilungarsi di alcune tracce non risponde propriamente a esigenze intrinseche del pezzo. Pur senza offrire un’originalità stordente, il disco è più che apprezzabile dal punto di vista sonoro.

Rimane una domanda: la musica è anglosassone, la copertina fa riferimento evidentemente alla dea Kali e alla simbologia indiana (compreso il cobra), l’autore ed esecutore dell’album è italiano. Ma allora perché Sayonara?

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