Avevo cerchiato in rosso la data di uscita del nuovo album dei Legno. La loro capacità di raccontare la vita per immagini mi ha sempre incuriosito e accompagnato nei momenti più diversi. Poi l’uragano Contessa ha colpito – fortissimo – dritto al cuore, e soprattutto alla nostalgia. E io – un po’ colpevolmente – ho messo in standby l’ascolto del nuovo album del mascherato duo toscano. Per fortuna, l’ho recuperato. Ed eccoci qui a parlarne.
Piccola abitante di Saturno, uscito per Apollo Records e distribuito da Ada Music Italy, è il titolo del nuovo lavoro dei Legno. Scritto da Legno Triste, Legno Felice, Simone Guzzino e Leo Pari, e prodotto da Davide Gobello, le dieci tracce dell’album esplorano l’amore in tutte le sue sfaccettature.
Legno traccia per traccia
L’album si apre con la title track Piccola abitante di Saturno, una ballad dedicata a un amore svanito. L’incapacità taxidriveriana di dormire, il costante pensiero al cellulare per una notifica mai arrivata, la sensazione di essere gli unici svegli in città. I Legno riescono a descrivere in maniera incisiva, quasi unica, queste immagini e sensazioni che hanno caratterizzato, prima o poi, una fase della vita di tutti noi. L’incursione di un sassofono caratterizza la parte finale del brano. Una novità apprezzata.
Con un leggero cambio di tono – e tema – viene introdotta Generazione triste, singolo che aveva anticipato di qualche settimana l’uscita dell’album. Un inno alla loro generazione in costante contraddizione tra l’apparire social e le precarietà emotive e lavorative.
Un assolo di chitarra ci porta verso Luminosissimi, la terza traccia dell’album. E’ la storia di un amore carnale che svanisce sotto le luci – ormai spente – di una discoteca e di un lampione sotto casa. In Delirio con te, la tradizionale ballad d’amore viene reinterpretata in uptempo grazie all’energia della batteria e della chitarra.
Cuore Nero segna un brusco cambio di registro. Il brano racconta con lucidità disarmante la presa di coscienza di un amore corrotto. E’ un brano disperato, da ascolto solitario nel buio di una stanza. Si chiude con una delle immagini più forti dell’album: la necessità di rinunciare a un figlio a causa di un cuore irrimediabilmente oscuro.
Questa prospettiva si ribalta in Str*nzo, che ha il sapore di una lettera di scuse. È la consapevolezza di aver dato tutto a qualcuno, ma che, nonostante ciò, tutto non è bastato… Canzone stupida, che vede la partecipazione di Marco Masini, è ricca di riferimenti popolari – da Roberto Baggio a Carlo Verdone – e, nonostante il titolo autoironico, suona come una melodia destinata a durare.
Cupido è una perfetta sintesi dell’amore al tempo di Tinder. E’ una ricerca complicata, e risolvere il puzzle diventa sempre più complicato. Un puzzle che nemmeno Cupido sa completare. Quando infine ci si trova, il dualismo tra l’essere innamorati e la paura di perdersi prende forma in Love me.
L’album si chiude con L’altra parte della Luna, una quasi citazione agli eterni Pink Floyd. La vita quotidiana è schiava della frenesia, delle corse, dei “nostri cazzi”, come se fossimo abituati a guardare sempre la stessa faccia della luna. L’amore è l’unica variabile che ci permette di guardare l’altra parte della luna, alla quale non siamo abituati.
I Legno confermano di avere uno stile musicale accattivante e ben riconoscibile. Piccola abitante di Saturno è un album per gli inguaribili romantici, che tocca le difficoltà emotive di intere generazioni. Un album che erge l’amore a essere salvifico; da ascoltare al buio nella solitudine della cameretta. Un album da cantare a squarciagola con gli amici. Un album che aiuta a dimenticare. Un album per ricordare. Ottimo per svegliare i sentimenti sopiti. Soprattutto, un album da ascoltare.
Genere musicale: itpop
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