Si chiama Superstiti l’ep d’esordio del cantautore Luca Fivizzani, prodotto da Matteo Giannetti per la neonata etichetta “Kaleido”. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui.
Puoi raccontare la tua storia fin qui?
Certo, molto volentieri. Sono nato nella provincia milanese, più precisamente a Monza, per poi trasferirmi e studiare nel cuore della Toscana, a Firenze.
Fin da bambino ho avuto una naturale predisposizione per il disegno tanto da laurearmi alla fine all’Accademia di belle arti.
Parallelamente ho sempre manifestato un amore viscerale per la musica e così dopo aver passato l’infanzia ad ascoltare i dischi che giravano in casa all’età di 13 anni ho costretto i miei genitori a regalarmi una chitarra.
Ho cominciato da subito a tentare di scrivere canzoni, chiaramente con risultati pessimi… Ho formato le prime band e da lì le cose hanno assunto una piega differente entrando così in contatto con la realtà musicale vera, lavorando con vari produttori e passando anni a scrivere materiale, senza corrermi dietro e regalandomi il tempo giusto per fare assumere alla mia scrittura l’aspetto desiderato.
Fino a quando non ho conosciuto Matteo Giannetti, il produttore di questo ep con il quale abbiamo effettuato un lavoro di ricerca musicale che ci ha portato alla realizzazione di questo disco.
Nelle canzoni del tuo ep c’è molto profondo rispetto per la tradizione cantautorale, ma mi sembra anche che ci sia lo sforzo di adottare un suono contemporaneo. Quali sono i tuoi punti di riferimento musicali?
E’ un po’ difficile risponderti ma ti potrei dire Elvis Costello, David Bowie, Pretenders, Nick Drake, Neil Young, David Byrne, Radiohead, Ivan Graziani e poi altri cantautori contemporanei come Duncan Sheik, Ryan Adams, Rufus Wainwright.
Ma la verità è che i miei ascolti sono veramente eclettici, passo da Chet Baker ai Napalm Death senza alcun tipo di problema. Per cui credo che l’influenza musicale che ho subito e subisco sia dettata da questo, dalla possibilità che mi pongo di potermi aprire a qualsiasi tipo di suono, che seppur incongruente con la musica che faccio, mi permette di spaziare a livello mentale su ogni tipo di lido.
Non escludo in futuro infatti di poter abbracciare sound molto differenti fra loro. Il suono che abbiamo adottato su questo disco è legato all’idea di realizzare un prodotto arioso, libero, senza sovraincisioni di voci, concepito esattamente come un live.
Ci sono brani del disco come ad esempio il singolo, Superstiti che sono suonati completamente in presa diretta.
Mi puoi tracciare in breve la genesi delle cinque tracce dell’ep?
Le canzoni che fanno parte di Superstiti sono il frutto di una cernita eseguita da me e dal produttore su più di trenta canzoni scritte negli ultimi tempi.
Queste cinque tracce le abbiamo scelte cercando un filo conduttore sia in termini di scrittura che di atteggiamento musicale. Da lì poi Matteo ha lavorato alla produzione dei brani cercando di tirar fuori un sound coerente, poco legato ai trend ma allo stesso tempo moderno.
Quali saranno i prossimi passi? L’ep è un antipasto di quello che verrà oppure hai in mente qualcosa di differente?
I prossimi passi saranno probabilmente l’uscita di un secondo singolo sempre estratto da questo ep e le conseguenti esibizioni dal vivo.
Per il resto hai detto bene, Superstiti è soltanto l’antipasto, infatti sono al lavoro sulla scrittura del secondo disco, che spero esca entro la fine del 2015. Per tutti gli aggiornamenti invito comunque a seguire la pagina facebook: www.facebook.com/lucafivizzanimusic