Flavio Ciotola, in arte L’Io, pubblica BonTon: già fondatore della band Nube di Oort e chitarrista dell’AltroParlante, nell’ottobre del 2014 decide di imbarcarsi in una carriera da solista.

Nel disco, batterie a parte, tutti gli strumenti (chitarre, synth, bassi, tastiere, xylofono, voci, cori) sono stati registrati da Flavio. L’album è stato registrato a Pescia Romana (VT) grazie al produttore Paolo Messere.

L’Io canzone per canzone

Si parte da Zero, tre minuti di astio e rock’n’roll, con chitarre, cori e una batteria piuttosto agitata. Quando sbagli rimane sulle stesse dimensioni di tempo ma la prende un po’ più alla larga, con un sound appena meno diretto. La gestione del testo mette in mostra una scrittura disinvolta e consistente.

Si procede con Resta poco tempo, ballata veloce e piuttosto gioiosa, benché il testo vada in direzione opposta. Ma quanto è bello tradire propone una versione alternativa dell’adulterio, controcorrente rispetto alla vulgata, con ritmi veloci e passaggi intensi.

Ridere per vivere ha velocità alternate, con accelerazioni improvvise e un’introduzione strumentale dominata dalla chitarra. Non ricchissima di buoni sentimenti, ma di leggerezza e ironia sì, Spiegami perché mi innamoro sempre delle troie, che ha un passo piuttosto scanzonato, con un ritornello “delle troieeee” dalle chiare caratteristiche lirico-poetiche.

Buongiorno un cazzo conferma che il titolo dell’album, BonTon, è proprio quello giusto, ma conferma anche la capacità de L’Io di alzare il volume al momento giusto, costruendo canzoni dall’andamento non omogeneo, con esplosioni improvvise.

Vela e Motore è un pezzo apertamente rock e con un testo narrativo piuttosto curioso. Molto aggressiva anche Al Momento sbagliato, che apre con una sorta di ritornello ripetuto in modo continuo, e che si basa sulla batteria per fornire intensità a un pezzo insolitamente rumoroso.

Chiamo rivolta conferma una batteria ormai rumorosa, ma l’ambientazione è più oscura e i cattivi sentimenti hanno tutta la possibilità di emergere senza compromessi. Si chiude con Difetti perfetti, storia privata dedicata all’autocompatimento con toni talmente melodici, soprattutto all’inizio, da risultare parodistici.

Non manca di originalità L’Io, che si esprime soprattutto attraverso testi senza compromessi e ricchi di forza, ma anche con scelte musicali non sempre ortodosse. Un po’ di ironia completa il discorso, ma anche quando l’ironia manca, la capacità di raccontare emerge in pieno.