Sospesi è il nuovo album dei Malisangu. Il disco sarà disponibile esclusivamente in vinile, come segnale di rottura nei confronti dello streaming “usa e getta”. Composto da otto brani e suddiviso in due lati Vertigine ed Equilibrio, invita l’ascoltatore a riflettere mentre si lascia andare a una musica di qualità. Abbiamo intervistato la band.
Se poteste descrivere “Sospesi” con un’immagine, una fotografia mentale, cosa vedremmo?
Vedremmo la copertina. Il concetto di sospensione, dualismo, anime che nascono da un pensiero o si dissolvono nell’aria. L’incontro di due parti di te o il completamento di se grazie a un’anima a te affine.
Nella copertina, in quell’immagine, c’è tutto l’album.
Perché credete che ascoltare un vinile oggi possa essere un atto “rivoluzionario”?
Non crediamo che ascoltare un vinile sia un atto rivoluzionario, crediamo che la vera rivoluzione oggi sia prendersi del tempo lontano da tutto ciò che anestetizza (social, realtà virtuali). Riprendersi il qui e ora.
Leggere un libro in riva al mare, prendersi del tempo per ascoltare un album tutto intero senza saltare da un brano all’altro di una playlist di 50 artisti consigliati da un algoritmo. Questo è rivoluzionario. Prendersi del tempo e non perdersi nel tempo.
Tempo ha un’irregolarità affascinante. Vi siete mai sentiti voi stessi “fuori tempo”, nel senso più umano del termine?
Sì, e mai come oggi. Con tutto quello che accade attorno a noi, con l’ipocrisia di molte classi politiche che raccontano idiozie, ci sentiamo decisamente e fortunatamente fuori tempo.
C’è stato un momento di crisi creativa durante la lavorazione di “Sospesi”? Se sì, come ne siete usciti?
Le crisi creative sono sempre maggiori delle fasi creative. Ma è proprio lì il segreto. Davanti a ogni stop, ci si ferma si ascoltano soluzioni differenti e si apre una nuova via creativa. Essere una band significa avere molte teste creative e soluzioni esponenziali.
Nel vostro manifesto sembra esserci un rifiuto del concetto di “musica usa e getta”. Cosa significa per voi “resistenza artistica” oggi?
Resistenza artistica per noi è quello che dovrebbe essere la normalità di un artista. Coltivare il proprio percorso Non cercare di assomigliare a nessuno. Essere consapevoli del proprio know how e andare dritti per la propria strada. Sei un artista se sei unico.
A quale dei brani di “Sospesi” siete più legati e perché?
Miraggio, perché parla dell’anima della band dove: “Dieci mani diventano una, all’unisono portano il tempo, adesso anche il mostro ha paura”. La meraviglia di superare gli ostacoli, condividerli e uscirne più forti di prima.
Quali saranno i prossimi step?
Cercare di suonare live il più possibile e poi trasformare in musica nuove idee.