I Mariposa pubblicano Liscio Gelli: un disco che vede la luce con il contributo di Santeria (un ritorno per la band, dopo il secondo album Domino Dorelli, del 2002) e della consueta etichetta di casa, Trovarobato.

Come da programma il titolo è composto da due parole, come tutti i dischi dei Mariposa a eccezione dell’omonimo del 2009, e le due parole Liscio e Gelli danno le coordinate per orientarsi (e perdersi) al suo interno. 

Il disco intraprende con elegante ritardo il tentativo, che recentemente è stato anche di altri progetti musicali italiani, di appropriarsi dei modi e dei tempi del Ballo Liscio per miscelarli con istanze musicali e tradizioni che nulla hanno a che fare con la terra di Romagna Mia.

Dentro Liscio Gelli si possono trovare i Mariposa alle prese con Valzer, Galop, Tango e ritmi latino americani, ma sono questi stessi ritmi ad essere alle prese con le cifre psichedeliche e i trattamenti propri della musica componibile (il genere musicale immaginato dai Mariposa nel loro album del 2005 Pròffiti Now! Prima Conferenza Sulla Musica Componibile).

Mariposa traccia per traccia

Il via alle danze lo dà Misericordia, valzerino malinconico che serve a scaldare i polpacci ma anche a introdurre con competenza alle atmosfere del disco.

Altri ritmi e molto più Sudamerica con la fischiettante Pura Vida, Dittatura! che cresce in modo dinamico, accompagnata da fiati lontani e un po’ mexicani.

Ci si sposta un po’ come atmosfere con i ritmi cadenzati di Licio, con la voce di Serena Altavilla e con chitarre particolarmente evocative.

Dopo il breve intermezzo di Niente #7 ci si scatena con Golpe Galop, quasi strumentale con cori, fiati e citazioni dei Ramones.

Si rientra in pieno nella balera con Nando, che delle modalità del liscio riprende anche parte del lessico, ma forse non proprio il contesto della storia d’amore in corso.

Vedi il titolo Let’s Go Party e ti fai aspettative di un certo tipo, e invece è una sorta di inno di carattere sovietico cantato in modo tenorile ma su suoni di pianola e di giostre dei bambini.

Altro intermezzo, un po’ ridanciano e circense, con Niente #8 e poi via verso gli orizzonti di Aurelio, aperta dai flauti e da un groove profondo e ricco, con una chitarra piuttosto sofferente.

Parapag†l Polka si occupa di fornire un po’ di parossismo e di sapori balcanici al disco, con qualche cambio di ritmo e di umore.

Un po’ più agreste il contesto di Niente #9, che lascia presto spazio a Il Lupo, chiusura del disco di umore lunare e con qualche eco del progressive italiano anni ’70.

Originali e sghembi, i Mariposa recuperano la tradizione ma se ne fanno anche beffe, in certo modo, liberi di creare e produrre, adattando le sonorità del liscio (e generi contigui) a riferimenti a dittature, colpi di Stato, sette segrete e condizionamenti politici.

Insomma lo straniamento prima di tutto. L’effetto è notevole, e in sostanza non li trovi mai dove penseresti che siano. Ottimo per chi ha voglia di farsi sorprendere.

Genere: alternative, liscio

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