mArte, “Nuova epoca”: recensione e streaming
Nuova Epoca è l’esordio artistico di mArte. La band foggiana (Fabio Stango – voce e sintetizzatori, Domenico “M1-G4” Galante – chitarra e basso, Francesco Beccia – batteria), dopo i successi ottenuti sul palco dell’Ariston con Sanremo Rock, atterra sullo scenario musicale italiano con il primo album indipendente.
Tra il 2020 immaginato e quello percepito, la differenza è disarmante: l’evoluzione tecnologica viaggia di pari passo con l’involuzione biologica dell’uomo. Nuova Epoca è una riflessione, un allarme ma anche un grido di speranza sulla sensibilità del genere umano, sovrastata finora dal superfluo.
Marte traccia per traccia
Ingresso abbastanza adirato, quello che si registra con Trip, che se la prende un po’ con tutti, se stessi compresi, ma anche con la volontà di trovare lo spunto per una ripartenza. I ritmi sono rock, i suoni impastati con l’elettronica.
Si rallenta subito, abbastanza per far emergere alcuni dolori, con Nelle tue guerre. Profili blues si mostrano soprattutto per opera della chitarra elettrica, tra rimpianti e domande senza risposta.
Ecco poi il passo ragionato di Nuova epoca, title track distopica , con Doctor Green, che elenca i traguardi futuri di un futuro che non si è realizzato se non in parte, e forse per fortuna.
La band torna a correre con Ossigeno, che ha altre attinenze chimico-scientifiche, celebrate con una certa rapidità e freschezza.
Passo molto più marcato quello de La perfezione, aperta però a cambi sonori e ulteriori gradi verso l’alto.
Tornano ritmi più lenti e luci più basse, tra fantasmi di scarsa comprensione, con Molecole, piuttosto vibrante.
Speranze in chiusura: La musica mi salverà coniuga in maniera più dance istinti rock ed elettronica.
I mArte fanno registrare un buon esordio, svelto e intenso, ricco di panorami sonori e testuali interessanti, promettente rispetto a un futuro di ottime prospettive.