L’inverno è passato. Curioso titolo per un album uscito il 16 dicembre, nel pieno del fermento delle festività natalizie. Eppure, ascoltando questo disco, il secondo del cantautore di Verbania Massimiliano Cremona, si comprende in modo chiaro il desiderio di lasciarsi alle spalle periodi difficili e guardare al futuro con fiducia. I dieci brani sono all’insegna della canzone d’autore intimista, nati dalla spontanea e naturale azione di auto-terapia. Rispetto al precedente disco Canzoni dalla nebbia, uscito lo scorso anno, la dimensione acustica si affianca a nuove sonorità, con qualche elemento rock, primo grande amore del cantautore.
Massimiliano Cremona traccia per traccia
Armonica e chitarra accompagnano il testo poetico di Aria e Acqua, la prima canzone del disco. Una canzone d’amore, l’invito a calmare il desiderio di fuggire, di lottare, e all’abbandonarsi al sentimento. Melodia delicata dall’inizio alla fine, che aiuta ad apprezzare la profondità del testo. Con La spiegazione si cambia decisamente atmosfera, ricordando un Daniele Silvestri di qualche anno fa. Flauti, chitarre, ritmo vivace per un brano di riflessione, in cui l’autore si chiede se sia sufficiente parlare con se stessi per arrivare alla comprensione di ciò che succede intorno a noi.
Canzone per un amico cambia nuovamente genere, spostando il cantautorato verso le sonorità affascinanti e malinconiche dei flauti degli indiani d’America. L’amico in difficoltà è il primo personaggio che si incontra ascoltando questo album, e Cremona cerca di comprendere, di sentire con l’anima, il disagio di questa persona cara in difficoltà. Il proverbio dice che il primo amore non si scorda mai, ma forse solo se è finito male. È così che ci ripensa l’autore, Con incanto ed ossessione, ricordando la bellezza della persona amata che con il tempo è divenuta poco più di un’estranea. Anche in questo brano i flauti sono protagonisti, accompagnando una chitarra acustica delicata.
È poi la volta di una dedica a una persona che non c’è più: L’inverno è passato. A Sissi è un testo profondo, sincero, accompagnato da una melodia sognante, fatta di armoniche e di chitarre, in crescendo sul finale, diventando un grido, emozionante, di dolore rock. Il protagonista di Vuoto è il padre mancato, o meglio, la sensazione lasciata dalla mancanza di un padre. La presa di coscienza lucida, cantata con un filo di voce, ruvida, accompagnata alla chitarra nella prima parte, e che aumenta il ritmo dal ritornello in poi.
Disincanto è la fotografia del modus vivendi dell’autore. Ancora oggi non rimedio ai guai, ma prendo tempo / io non aggiusto ciò che il tempo arreca alla cose. Il brano ha una struttura musicale complessa: comincia con i flauti, e ha un bel ritmo da subito. Dopo ritornello, le chitarre elettriche aumentano l’energia.
Sospetti è la traccia più rock dell’album, e non solo per il sound, che si fa quasi “cattivo” in divenire, ma anche per il tema. Si parla di falsità, di persone ipocrite, che spesso ci stanno vicine e ci costringono a combattere per riconoscere le maschere che indossano. In questo brano, l’influenza degli Afterhours, il gruppo italiano favorito dall’autore, si percepisce chiaramente.
L’intero album è stato registrato con la collaborazione di Giuliano Dottori, che accompagna Massimiliano Cremona nella penultima traccia dell’album, Veloce. Un brano malinconico, completamente acustico, in cui le voci degli artisti si amalgamano creando la giusta ambientazione a un testo che parla nuovamente di una persona che non c’è più (il nonno) e che ha lasciato un enorme vuoto. Ninna nanna per Massi e i suoi amici è chitarra e voce, è un messaggio di speranza, un desiderio di voltare pagina. Questo volo non si alzerà / senza la tua volontà… di rinascere.
L’inverno è finito, davvero. L’autore lo dimostra lavorando su sé stesso, sulle perdite che hanno segnato il suo percorso, sulle relazioni importanti della sua vita. In ogni traccia del disco c’è una storia, una persona, un’esperienza; ed ognuna di queste storie viene raccontata con testi efficaci e musiche accoglienti. Resta un solo rimpianto, arrivando alla fine del disco: Massimiliano Cremona ha dimostrato di saper fare bene (anche) rock, ed è un peccato non poterne godere un po’ di più.
Chiara Orsetti