Si chiama Cold Kiss il nuovo album dei bolognesi MinimalJoy. Il progetto, supportato da MusicRaiser, è il nuovo lavoro per la band nata nel 2012, con inclinazioni dream pop e dark wave. La band, che a partire dal 2015 ha effettuato un rinnovamento piuttosto cospicuo, pubblica nove tracce che mostrano energia ma anche sensibilità.
MinimalJoy traccia per traccia
E’ la title track Cold Kiss che si incarica di aprire l’album, su toni moderatamente malinconici e qualche influsso emo. Il passo però cambia subito con When the Rain Comes Down, rock piuttosto robusto da tre minuti, capace di lasciare qualche spazio anche a brevi pause. Cryin’ Blues tiene fede al proprio titolo, pur aggiungendo fasi tempestose ed elettriche al percorso.
Tutt’altro carattere quello di Black Cat, aperta da una tastiera in vena di nostalgie Sixties e confermata da evoluzioni piuttosto fantasiose in campo quasi psichedelico, ma con un finale che si allunga in modo malinconico. A seguire Cigarettes after Lunch, che sfrutta un testo già proposto in una canzone in passato (Lopsided) ma in versione differente e piuttosto soffice.
Tutt’altro che soft invece In the Mirror, che al contrario si mostra come una delle più aggressive e anche più urlate di tutto l’album. Si rallenta con The Lament, che percorre ambienti parzialmente oscurati, ma comunque elettrici.
Qualche onda dark è facile da percepire anche all’interno di Modest Price, caratterizzata da un drumming rumoroso ma ammorbidito dalle tastiere. Il disco chiude i battenti con Dark Sweet Tender Violence, probabile riferimento ad “Arancia meccanica” ma anche altra traccia sotto l’egida della dark wave, costruita in crescendo ritmico.
Disco positivo e interessante quello dei MinimalJoy, che dimostrano qui di aver raggiunto un certo grado di maturità. Forse manca il pugno del ko, la canzone che spacca, ma l’attitudine sembra quella giusta.
