Fuori il singolo GDPR (La Tempesta Dischi) di montag, secondo singolo estratto dal suo primo album solista, in uscita ad aprile. Artista già noto a moltə, non solo per via del suo capitanare la band Giallorenzo, ma anche per il suo essere parte di quel sottobosco musicale che anima ed elettrizza la scena underground-indie italiana, diventandone negli anni una personalità di riferimento, ci accompagna nel suo nuovo percorso solista, che riprende i fili del suo passato, iniziando da Open Access e procedendo con GDPR, prodotti da Fight Pausa e suonato da Generic Animal.
GDPR sta per General Data Protection Regulation ed è un regolamento dell’Unione europea in materia di trattamento dei dati personali e di privacy. Con questo regolamento, la Commissione europea si propone come obiettivo quello di rafforzare la protezione dei dati personali di cittadini dell’Unione europea e dei residenti nell’UE, restituendo ai cittadini il controllo dei propri dati personali, semplificando il contesto normativo che riguarda gli affari internazionali, unificando e rendendo omogenea la normativa privacy dentro l’UE. E proprio di questo parla il brano GDPR, attraverso un testo che ci fa riflettere sul traffico dei nostri dati sensibili e una privacy sempre meno “privata”.
GDPR è un brano nato in un momento in cui montag stava cambiando operatore telefonico. Prima che gli attivassero l’offerta sulla nuova SIM, aveva già disdetto la vecchia, trovandosi costretto per due o tre giorni a leggere Whatsapp dagli hotspot dei bar. A rendere il tutto più complicato, appunto, una relazione a distanza che non fu del tutto indifferente alla situazione. Infatti, momento iconico che ben cristallizza l’idea della canzone è riconducibile a una sera in cui, racconta montag, si ritrovò a cercare su Google il nome della sua ragazza, come per evocarne la presenza.
Per quanto riguarda il sound, GDPR è un brano cantautorale che deve molto allo storytelling tipico dei classici italiani anni 60-70, ma anche ai recenti classici firmati La Tempesta Dischi, come si può intuire nel ritornello finale. L’arrangiamento è molto vicino al mondo del nuovo folk americano, dai Neutral Milk Hotel, ai Bright Eyes, passando da Phoebe Bridgers, con una citazione britannica da Ladies And Gentlemen We’re Floating in Space degli Spiritualized. Così GDPR diventa una ballad atipica e malinconica, ricamata da strati melodici che la rendono tanto complessa quanto genuina. Un brano che ha tutte le carte in regola per essere un manifesto generazionale da cantare a squarciagola in macchina, stringendoci nella struggente amarezza di sentirci rappresentati nelle sue parole in metrica.