Partire da canzoni storiche e immaginarne una evoluzione. Come sarebbero certi brani oggi, alla luce di una nuova sensibilità e di un punto di vista che, negli anni, è necessariamente cambiato? E’ il gioco alla base di Imenotteri e Cosmi, il terzo album di Nico Maraja, musicista, cantautore e scrittore. Dieci inediti che prendono spunto da alcuni capisaldi della tradizione cantautorale italiana per poi essere ricostruiti e reinterpretati. Cosa che l’artista lecchese di origine e romano di adozione, fa con un tratto unico e distintivo, attraverso le sue tipiche atmosfere oniriche e rarefatte.
Uno scherzo infantile e irriverente – spiega l’autore – che vuole però diventare un cambio di prospettiva, un provare a vivere e sentire le cose (o le canzoni) a proprio modo.
Così, per esempio, Io che amo mille cose ribalta il concetto del brano di Sergio Endrigo (Io che amo solo te); l’ Acquarello di Toquinho diventa un quadro Ad olio, non più spensierato, ma tormentato e fragile; Imenotteri e Cosmi insegue Il mondo di Jimmy Fontana” e In un dipinto blu il sogno di Modugno acquista colori più terreni per assomigliare a La passeggiata di Marc Chagall.
Dieci brani inediti per un album che vuole essere delicatamente provocatorio fin da titolo: Imenotteri e Cosmi, un dialogo tra esseri piccoli come insetti e realtà grandi come cosmi, che entra nelle pieghe più profonde dell’animo umano. Il tutto vestito di sonorità talvolta sperimentali con un gusto vintage e low fi. Nico Maraja è uscito da poco con il suo secondo libro (Dell’amore e altre forature – Edizione Ediciclo) e scrive colonne sonore per spettacoli teatrali.
Nico Maraja traccia per traccia
Funge da introduzione In un dipinto blu, aperta da dialoghi sconnessi e da un pizzico di autotune, con il pianoforte che fa da sottofondo a un brano, che oltre a Chagall e Modugno sembra voler tirare in ballo anche Puccini e il Nessun dorma.
Si segue la scia di un Raggio di sole, cantata a precipizio, in modo chiaramente contrastante con le sonorità particolarmente delicate. Poi si avvia invece un momento elettrico abbastanza acido, per un finale sorprendentemente rumoroso.
Disegni infantili su Ad Olio, che ribalta Toquinho senza rinunciare alla dolcezza, né alla chitarra acustica. C’è un che di giocoso in Priscilla, ritratto femminile al limite del paradosso, con un po’ di fanfara.
Tra il mistico e il surreale I Lunghi Viaggi dei Misticeti, per voce recitante e pianoforte, a raccontare viaggi di balene volanti, con poesia e morbidezza.
Ecco poi Io che amo mille cose, un Endrigo in negativo, proposto con un brano che esce piano, fino a farsi quasi clamoroso, fiati e tutto. Il mare d’inverno non è una cover di Ruggeri, anche se il classico portato al successo dalla Berté è citato nel brano. In realtà la scena è molto più teatrale e quasi grottesca, forse più alla ricerca di scene alla Tom Waits.
La title track Imenotteri & Cosmi diventa un panorama globale ricco di dettagli, su percussioni rumorose e qualche escursione sonora che fa pensare a Sakamoto o giù di lì, subito ricomposta in dimensioni però più domestiche. Finisce tutto in filastrocca.
E’ Lucio Dalla l’obiettivo di Anna Amore Social, con questo nuovo Marco un po’ hikikomori che cerca lei fra i sogni e i post. Si chiude con il breve epilogo Senza te, a celebrare un’assenza dolorosa.
Esperimento interessante, condotto con qualità e garbo da Nico Marajà. Una sorta di omaggio ma anche la capacità di esprimersi rielaborando concetti e sensazioni, senza tentazioni passatiste ma anzi portando tutto al contemporaneo.
Genere musicale: cantautore
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