Martina Platone, in arte PLATÓ, ha alle spalle qualche esperienza musicale diversa ma a tutti gli effetti ha deciso di ripartire da zero con M&A, il nuovo singolo.
Chi è PLATÓ ?
Platò sono io. Il nome è autobiografico, ho troncato il cognome con un’inflessione alla napoletana, è come mi chiamerebbe un amico di giù.
E poi mi piace il contrasto tra il nome che suona maschile e la somiglianza a “plateau” che può indicare alcuni tipi di scarpe con il tacco, che invece è un’immagine prettamente femminile.
Secondo me ho trovato il mio, mi piace. Sicuramente più personale di Marta o Martina.
Il tuo primo singolo è appena uscito e della canzone parleremo fra poco. Vorrei però sapere con che emozioni ti sei avvicinata all’esordio. Più vicina a un “finalmente ce l’ho fatta” o più spaventata dal passo?
È stato un mix di sensazioni e un susseguirsi di momenti sempre diversi. Avevo già pubblicato delle cose, scritto canzoni, ero molto presente sui social e suonavo ovunque mi si presentasse l’occasione di andare. Tre anni fa, quando ho conosciuto Turo, da subito abbiamo iniziato a scrivere un album nuovo apportando continuamente modifiche, sperimentando un bel po’ prima di arrivare a una versione definitiva dei brani, e tuttora siamo in fase di ultime rifiniture.
L’idea di ricominciare con un nome diverso è nata per necessità. Volevo che tutto fosse nuovo, io volevo essere nuova, dissociarmi da cos’avevo fatto prima, ma è stato bello confrontarsi con gli altri e ricevere feedback sulle mie canzoni dopo parecchio tempo e riscoprire che sotto sotto si è sempre gli stessi, anche con un vestito nuovo.
Quando cominci non sei mai sicuro dei tuoi mezzi, prendi tutto un po’ come viene, è quando capisci quanto costa fare ciò che desideri che ti fa dire “finalmente si comincia”.
Come nasce “Marijuana & Alcol” (o meglio “M&A” come suggerisce il morigerato Spotify)?
Marijuana & Alcol ha due origini. Una è quella volta che io e Turo in studio abbiamo iniziato una jam improvvisando, lui con il pad e io voce e parole.
E’ una storia che però avevo scritto tempo addietro e che avevo scartato, finché non è venuta fuori da sola in un improvvisazione libera.
A quanto si capisce, il brano nasce da un amore finito. Ma a parte questo, quali sono le altre situazioni che ti ispirano e che ti portano a scrivere canzoni?
Non lo posso mai sapere, può essere tutto. Ci sono canzoni che scrivi sapendo di cosa vuoi parlare o che sound debbano avere e allora devi sbatterci la testa un po’ di più finché non ti sembra efficace e coinvolgente.
E canzoni che si scrivono quasi da sole, al termine di un ciclo di esperienze, a volte hai delle “illuminazioni” e senti di dover tirare fuori le note del cellulare o il registratore del telefono perchè “questa me la devo assolutamente segnare” (quando nessuno può sentirmi, di solito, aggiungo anche un “sono un piccolo genio evvai”).
Quali saranno i tuoi prossimi passi?
L’uscita di M&A è stata un po’ improvvisa, a un certo punto ho capito che doveva uscire. Basta. La stagione estiva sarebbe stata l’unico teatro nel quale inserire quel pezzo per valorizzarlo. Ho bisogno della scintilla per scattare. Quindi prossimi passi: attendo altre scintille.
Hai in arrivo altri singoli?
Certo, e sono tutti superfichi RAGAAAAAA.