Pochi Ma Vuoti è l’album d’esordio dei Plaza Sempione, giovanissima garage band nata nel cuore del quartiere romano di Monte Sacro.
“Pochi Ma Vuoti è un disco che parla di poche cose che una volta messe insieme compongono un essere umano, è il nostro specchio, senza filtri e onesto, che ci guarda dritto in faccia e ci dice semplicemente che dalle nostre paure, incertezze, e fallimenti siamo nati noi e alla fine bene o male riusciamo a fare quello che fanno tutti. O forse no”.
Plaza Sempione traccia per traccia
Di guerre e di cause perse si tratta in Ho bruciato, partenza piuttosto energica dell’album.
Si sale ulteriormente di intensità con L’odio per il mare, che ha influenze 90s e un drumming tambureggiante.
C’è acqua da attraversare anche in A nuotare, che ha momenti sonori e ritmici di una certa varietà.
Ritmi che, invece, si rallentano in Psicothoveen, nostalgica, meditativa ma capace di alzare la voce nonostante lo spleen di fondo.
Escursioni sonore in grande libertà quelle che prevede Sesto Male, che lascia licenza agli strumenti e crea spazi immaginativi.
Ricordi polizieschi lontani quelli evocati da Serpico, che si avvolge di una certa malinconia, con un lavoro intenso della sezione ritmica e con stilettate dolorose della chitarra.
Peroni parla di incomprensioni e lo fa con un certo trasporto, finendo per tracimare in un brano triste ma vibrante.
Chitarre e battiti in crescita in Plaza Venezia, che ha a che fare con l’ansia, con percorsi sotterranei che sfociano in improvvise oasi sonore.
Passo pesante e giudizi non esattamente morbidi quelli che si affollano in Non ti vedo più, che ha una prima parte soft e una seconda furibonda.
Atteggiamenti un po’ dreamy e una certa forza comunicativa caratterizzano il disco dei Plaza Sempione, che cattura per l’energia ma tiene attaccati fino all’ultima nota per la creatività delle soluzioni adottate.
