“Fossi ricco sarei solamente diversamente povero”, canta Protto, alzando al chiodo la distorsione della chitarra elettrica, in una sonorità cafona che oscilla pericolosamente tra i Rage against the Machine e l’RnB di inizio millennio. Un Protto/Wolf of Wall Street, truce, viscido e politicamente scorretto, dà uno spaccato amaro di una società che insegue a tutti i costi la ricchezza e il successo, tra trofei e status symbol sempre più opachi, in un’inarrestabile frana morale che ci trascina nei nostri stessi detriti fino a lasciarci irrimediabilmente poveri dentro.
musica indipendente