Santo Santo Santo è il nuovo album dei Rashomon e arriva da lontano. A distanza di cinque anni dal precedente debut Andrà tutto bene del 2011, il nuovo disco è stato costruito nell’arco di diversi anni e con alcuni cambi di line-up che hanno influenzato l’evolversi del sound della band emiliana.
E’ soltanto nel 2015 che la band seleziona sei brani (“Amerika“, “Auto nera“, “Schiuma spray“, “Mucho Mojo“, “Stella spenta” e “Santo“) dalle registrazioni di inizio 2013 e ne registra altri quattro tratte dalla nuova scaletta (“Monkey Joe“, “Nuvole basse“, “Non ci avranno mai” e “Breathe“) per comporre così la tracklist definitiva di SSS.
Rashomon traccia per traccia
La traccia d’apertura è già piuttosto bellicosa: Schiuma spray fa i conti con il passato, ma in modo piuttosto singolare e con nostalgie sepolte sotto un atteggiamento aggressivo. Si sconfina nel punk, almeno come attitudine, con Amerika, che alterna tastiere e chitarre elettriche, su ritmi non altissimi ma con qualche esplosione vibrante, per un pezzo che sembra particolarmente azzeccato dopo le ultime elezioni.
Cantato torrenziale per Monkey Joe, appoggiato su un background sonoro di rock robusto. Sonorità che si propagano fino ad Auto nera, che però inserisce tastiere ed elementi rap. Rock’n’roll tirato e piuttosto diritto, invece, quello proposto da Santo, il cui testo è un adattamento libero del celebre Urlo di Allen Ginsberg.
Anche Breathe non è proprietà dei Rashomon: si tratta infatti di una cover del pezzo dei Prodigy, portato a termine conservando il riff assassino ma personalizzandolo e in parte smussando qualche spigolo. Canzone di resistenza, Non ci avranno mai torna al rock esplicito, ma con fasi diverse, agendo sul volume dell’aggressività.
Stella spenta è rapida ma intensa, dedicata a ciò che resta alla fine di un rapporto. Nuvole basse invece tiene i ritmi a bada, ma serpeggia inquieta in vista di un finale robusto. Si chiude con Mucho Mojo, che importa elementi di blues psichedelico e di teatro, rievocando drammi recenti, come l’omicidio di Federico Aldrovandi o le conseguenze del terremoto dell’Emilia.
Pur se spariti per qualche anno dal radar (almeno per quanto riguarda i dischi inediti) i Rashomon cambiano ma si confermano band interessante e originale. Il nuovo disco cambia le sonorità e i rapporti interni, ma conserva la volontà applicata di fare i conti con la contemporaneità e di pubblicare canzoni pronte per la lotta.