Andrea Casali, in arte Caso, pubblica Cervino, il quarto album. E lo chiama così pensando a una grande impresa (anzi “alla” grande impresa) di cinquant’anni fa dell’alpinista Walter Bonatti, citato nel testo di Atletica leggera come simbolo di tutti quelli che, nella vita, si trovano di fronte una montagna immensa da scalare.

Insieme a Caso nell’album ci sono Riccardo Zamboni alla chitarra, Gregorio Conti al basso e Stefano Zenoni alla batteria. Andrea Cajelli a La Sauna Studio di Varese si è occupato di riprese e mix, Giovanni Versari del mastering finale.

Caso traccia per traccia

La prima traccia è Blu elettrico, che apre in acustico, ma presto cambia umore e accende la batteria su livelli rilevanti. Il tono e l’impatto emotivo della canzone partono subito da posti piuttosto alti, suscitando la curiosità su come potrà evolvere il resto dell’lp.

La prima evoluzione si materializza nelle corse di Stanze buie, semplice ed elettrica, con il drumming nuovamente in evidenza e un testo che racconta storie torbide, ma senza giudizi. Si scende un po’ di aggressività con Atletica Leggera: o almeno, scende un po’ il volume, ma l’intensità rimane alta, con l’impresa di Bonatti in evidenza nel testo.

Occhio di Bue mantiene il mood sotto controllo, con un’atmosfera quasi da club, anche perché ha un’ambientazione più o meno teatrale. Ritmi e velocità molto alte per le storie di esplorazioni spaziali contenute in Nettuno. Invece con Lario il discorso è più minimal: voce e chitarra, a mettere in evidenza un cantato molto serrato e molto aspro.

Buste conta più o meno sulla stessa strumentazione, all’inizio, anche se poi intervengono anche gli altri elementi del gruppo: in ogni caso le atmosfere sono più vaste e meno claustrofobiche rispetto alla traccia precedente. Le storie sono comunque piccole (ma meritevoli di essere raccontate), tuttavia in questo caso lo sguardo sembra allargarsi fino a orizzonti più ampi, in uno dei pezzi più importanti del disco.

Si corre in Santo Patrono, storie di provincia, e di provincia non proprio apprezzatissima, in tempi e suoni rock. Anche Denti di ferro si iscrive al filone voce e chitarra, confermando le capacità di scrittura di Caso. Si cambia scenario quando arriva Pressione Alta, tiratissima, almeno prima di un finale ammorbidito in cui si infila anche qualche idea psichedelica. Si chiude con la pacifica 11 FM, storia di viaggi notturni in auto, adeguatamente accompagnata da una chitarra dai suoni un po’ attenuati.

Quando vuoi fare un complimento a un album di solito dici che è “maturo”, o meglio ancora che “è il disco della maturità”. La verità è che Cervino non è il disco della maturità di Caso, anzi al contrario è un disco immaturo, con tutte le asperità, le indecisioni ma anche la freschezza, l’immediatezza e la ricchezza di particolari, anche inutili, che l’immaturità può regalare.

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