Ok, ok, di solito parliamo di musica italiana. Ma qui a TraKs non abbiamo proprio il tempo per alzare steccati, e quando arriva qualcosa che ci piace, ne parliamo. Per esempio dei belgi Coffee or Not, incidentalmente in tour in Italia in questi giorni (più in basso trovi tutte le date), che hanno pubblicato da poco Everything is falling down.
La band di Bruxelles è composta da Soho Grant (tastiere e voce), Renaud Versteegen (batteria, chitarre e voce), Frédéric Renaux (basso). Il disco si compone di dieci pezzi che viaggiano agilmente dal pop al prog (influenze dichiarate: Pink Floyd, Low, Apparat, Steve Reich, Blonde Redhead. Insomma, di palo in frasca).
Coffee or not traccia per traccia
Si parte da A Different Light, pezzo in apparenza piuttosto semplice, che poi si popola di diverse personalità e di piacevoli intromissioni sonore, per un finale in crescendo. May I Lay Down? si gioca molto sulle dinamiche dei ritmi, in grado di mutare forma più volte, per approdare a un pezzo che mescola caratteristiche pop con un groove piuttosto ben confezionato.
Atteggiamento più moderato quello di Are you afraid?, brano breve che rallenta bruscamente nel finale per trovare continuità con The Day She Locked herself away, lenta e malinconica, ricca di caratteristiche new wave, ma anche di riferimenti ai Low, che sono programmaticamente posti come punto di riferimento della band.
Come nei vecchi dischi prog le canzoni spesso non hanno interruzioni fra loro, perciò si passa a Everything is falling down, la title track, incentrata su giri a loop di chitarra e basso, sostenuti più avanti da cori leggermente inquietanti che alzano la tensione della traccia. Dopo la rapida All the voices disappeared, si approda a Nottingham, che non scioglie l’inquietudine, anzi ci ricama sopra, sempre senza smettere l’atteggiamento a loop degli strumenti a corda, ma aggiungendo passaggi di tastiere che regalano colori diversi.
Un battito ci conduce a Lightweight, divisa in due parti, la prima delle quali apre il discorso con la chitarra ma sottolinea i passaggi con l’organo. L’atteggiamento minimalista della parte 1, peraltro, si tramuta in un sound molto più pieno con la seconda parte, che si estende oltre i sette minuti ma con una struttura figlia del pop e ancora della new wave. Nel procedere del pezzo, peraltro, c’è spazio per derive strumentali di vario genere. Come in altri pezzi del disco, anche What took you so long? si incentra su un dialogo tra voce femminile e voce maschile, mentre tutto intorno sembra voler crollare.
Disco interessante quello dei Coffee or not, con qualche spunto coraggioso e con buona qualità complessiva. Più che ai Pink Floyd, il disco sembra guardare al neo-progressive anni Ottanta, ma lo coniuga con spunti folk e riferimenti del tutto contemporanei, senza perdersi in ghirigori inutili. Vale la pena ascoltarli, anche dal vivo.
Se ti piacciono i Coffee or Not assaggia anche: Metamorfosi
Ecco le date dei Coffee or Not:
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Mar 21Messina, Italy
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Mar 22Enna, Italy
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Mar 23Palermo, Italy
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Mar 24Cosenza, Italy
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Mar 25Avellino, Italy
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Mar 26Caserta, Italy
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Mar 27Naples, Italy
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Mar 29Rome, Italy
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Mar 30Livorno, Italy
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Mar 31Vicenza, Italy
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Apr 03Milan, Italy
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Apr 15Silly, Belgium
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Apr 16Brandenburg, Germany
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May 02Brussels, Belgium
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May 20Liège, Belgium
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May 28Namur, Belgium
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May 28Soignies, Belgium
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Sep 17Southampton, UK
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Sep 30Freiberg, Germany