E’ uscito da qualche tempo Ermes, il debutto della band omonima, costituito da membri di vecchi gruppi dell’underground italiano (Topsy the great, Architecture of the universe, Stake-off the witch, Quiet pig). Il disco si colloca sul versante screamo dell’hardcore e si compone di sei brani brevi e molto energici.
Ermes traccia per traccia
[bandcamp width=60% height=42 album=3313085846 size=small bgcol=ffffff linkcol=0687f5]La prima traccia è Stevie Ray: una base rock’n’ roll su cui stendere urla di stampo screamo, con la brevità e l’aggressività concesse dai due minuti abbondanti del pezzo. Ancora più breve Nascar de la Croix, a confermare le attitutidini punk della band, che qui fa uso di chitarre e di armamentario post grunge/stoner.
Qiasi lirico l’incipit di Mons Venus, che poi torna alle urla cui ci si era affezionati nel corso delle tracce precedenti: anche qui chitarre e voglia di assalto. Ma l’energia cresce ulteriormente in Blank, bruciante anche se in grado di prendersi qualche pausa. Il finale rallenta e si fa quasi pensoso.
Everything’s Dead gioca con accelerazioni e distruzioni, cercando di sbilanciare l’ascoltatore spostandone i punti di riferimento che si ritenevano acquisiti. Si chiude con Decoding Berto’s Grill, che con i suoi oltre tre minuti assurge quasi a suite: anche qui si gioca un po’ con il ritmo e si costruisce una struttura ondeggiante, con suoni potenti ma non devastanti.
Tantissima energia nel disco degli Ermes, ma anche un certo raziocinio nella scelta dei suoni, tanto da rendere piuttosto vario il disco. C’è buona sostanza, che di certo diventa particolarmente evidente quando la band si esibisce dal vivo.