Recensione e streaming: La distanza della luna, “La distanza della luna”
Nato nel 2011, il progetto La Distanza della Luna ha collezionato nel corso degli anni ep, singoli ma anche elogi e collaborazioni importanti, per esempio la produzione di Paolo Benvegnù. Grazie anche al successo della campagna crowdfunding lanciata su MusicRaiser, è appena uscito il primo album, omonimo, della band su etichetta Bassa Fedeltà. La produzione artistica dell’Album è stata affidata a Sante Rutigliano.
La distanza della luna traccia per traccia
Si comincia con L’origine, breve, morbida e introduttiva, con il tracciato segnato dall’utilizzo della coralità e di pochi, ben scelti, elementi. Leggermente più stratificata L’ombra delle stelle, già presentata al pubblico in qualità di primo singolo, anche in grazia di certe qualità pop che non si possono sottovalutare.
Le atmosfere rarefatte de Lo spazio curvo servono a offrire maggiore risalto alla voce, sottolineando comunque le qualità “cosmiche” del suono del disco. La title track (al quadrato, visto che rappresenta anche il nome della band) La distanza della luna conferma la morbidezza ma si muove sui tessuti anche più tenui e acustici.
Più ritmata e intensa Ursula H’X, con la chitarra capace di ergersi a protagonista in modo quasi imprevisto. Si torna ai synth con Il visibile, con luci tremolanti e impressioni appena accennate. L’acrobata evolve ad altezze di nuovo pop (nemmeno troppo elettro) con il chiaro sapore della canzone d’autore.
Si chiude ancora sui piani della morbidezza con Lo sguardo, e con Frammenti siderali, che chiude il disco su atmosfere molto soffici, con archi e un fluire classico della melodia, che accompagnano un atteggiamento generale piuttosto contemplativo.
La distanza della luna è un lp che non lascia intravvedere i confini tra elettronica e strumenti analogici, tra innovazione e tradizione, con la voce come fil rouge di un disco di buone qualità.