Iacopo Fedi è un musicista marchigiano che dopo anni di militanza nell’underground pubblica il suo primo disco ufficiale con la label veronese Cabezon. Il disco si chiama Over the Nation e raggruppa nove canzoni che spaziano dal rock al folk blues. A dispetto del fatto che si fa chiamare Iacopo Fedi & The Family Bones, il disco è stato scritto, arrangiato e prodotto in solitaria da Iacopo stesso.
Dopo le esperienze adolescenziali come chitarrista blues, Iacopo Fedi si trasferisce a Roma dove suona con i Moonbeans e registra due dischi a proprio nome (Iacopo Fedi & Studio Tan): “Pomozzi e paradossi” e “Una notte alle urne”. Tornato nel Piceno inizia a collaborare parallelamente con il musicista Loris Salvucci e la cantante Giada Fabiani, con i quali autoproduce diversi Ep. Dal 2015 ha iniziato un nuovo percorso musicale.
Iacopo Fedi traccia per traccia
Si parte dal blues in crescendo di My religious war, che porta alla luce subito le influenze, blues ma anche di certo rock-folk e di maestri mainstream importanti, che le canzoni di Fedi subiscono. La title track Over the Nation offre subito un contraltare più moderato e notturno, con la chitarra blues in un certo spolvero.
Chitarra piuttosto ruvida e voce sono i soli protagonisti dell’introduzione di Beg Your Pardon, il cui panorama si complica (anche un po’ troppo) con l’andare della vicenda. Qualche tentazione psichedelica serpeggia alla base di Hold on, che per lo più segue però il pattern del talking blues, ad aggiunta progressiva di strumenti e sensazioni.
Electro Domino si nasconde dietro i filtri ed evoca brevemente Tom Waits, benché sia cantata in falsetto. Suoni piuttosto pesanti quelli di True Confession, lenta e ritmata ma con un mood che può far pensare a un antico Nick Cave. This Hard War sconfina in territori rock, anche grazie a una voce che si scopre ora ruggente, ora più morbida.
Tempo di moderare gli istinti e di prepararsi al finale con Tent of Meeting, escursione in aria più leggera ma con finale ricco di sonorità mescolate. Sir Napoleon chiude con un appuntamento “storico” e con qualche strappo di chitarra elettrica.
C’è qualche cosa da correggere qui e là in un disco che si sarebbe giovato di un orecchio esterno, per esempio quello di un produttore. Ma la qualità è alta, il talento c’è e l’intensità rimane molto forte dalla prima all’ultima battuta.

Non capisco ma mi adeguo!!
Che è sempre una notevole soluzione. Ma che cosa non capisci?
Voglio dire, ho anche riletto, giuro che è comprensibile!