DIGIFILE-3 ante-1tagliCD-1taglioBookSx-AT4013-BSette anni nell’antiterrorismo della Guardia di Finanza, sette da imprenditore, e poi bam, il cantautore: Nanco (Nino di Crescenzo) ha un curriculum piuttosto ricco, ma con voci che non ti aspetteresti. Il suo esordio si chiama Acerrimo e mette in mostra un talento da cantautore e pochi limiti autoimposti.

Nanco traccia per traccia

Si parte dalla title track, Acerrimo, che presenta il suono del disco in maniera completa: il passo e i testi sono quelli del cantautore, ma in un accezione piuttosto allargata, con stille di rock e abbracciato da strumenti anche elettrici. Leggermente più tranquilla Il Periodico di turno, con qualche risvolto ironico e un andamento singolare.

Un rallentamento brusco si registra con La Lingua Scotta, ballata meditativa e intima, con qualche effetto ad accompagnare il percorso della chitarra acustica. Si accelera invece con Spasmi, chiara canzone rock con qualche riverbero blues, dall’andamento molto classico, con tanto di assolo di chitarra elettrica.

Si rimane sugli accordi della chitarra anche con Pavese, ma i toni e le atmosfere cambiano del tutto, nel pezzo dedicato allo scrittore delle Langhe: niente di particolarmente lacrimevole, tuttavia, anzi ci si anima in modo aperto quando si comincia a parlare di rivoltella. Virtuale accetta ritmi punk per trattare temi contemporanei, come la dipendenza da web, con qualche citazione sonora degli Who.

Povero Cristo si articola su ritmi da ballata sofferta. Carolina e la pioggia propone modi più gentili, può ricordare qualcosa del primo De Gregori; la voce rimane determinata,  l’elettricità si insinua, il tappeto sonoro rimane piuttosto ricco. Amsterdam conferma i ritmi da ballata semplice, per un discorso che si scopre molto personale.

Vive vite diverse Nonostante tutto: dopo l’introduzione acustica c’è un’apertura orchestrale dal respiro più ampio. Si torna a toni più moderati con Per Ogni Lacrima, dotata anche di strumenti ad archi a sottolineare l’intensità del pezzo. Si chiude su Piombo, ed è una chiusura su toni post grunge o giù di lì, per un pezzo con ingredienti diversi e con cambi improvvisi nella struttura.

Ci sono particolari da aggiustare, nell’esordio di Nanco, ma è impossibile non vedere la notevole sostanza che si appoggia sulle tracce del disco. L’ispirazione è presente, il cantato è convincente, ci sono tratti di originalità. Insomma il debutto è incoraggiante e più che godibile.

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