Gli Sdang! sono un duo bresciano attivo dalla primavera 2015. Dopo un primo ep, il duo presenta nel maggio 2016 il primo disco ufficiale, La malinconia delle fate. Un rock con influssi grunge e stoner, quello di Alessandro Pedretti e Nicola Panteghini (già con Ettore Giuradei e con Colin Edwin negli Endless Tapes).
Qualche giorno fa abbiamo intervistato la band: leggi qui domande e risposte.
“La malinconia delle fate è un disco che vive di atmosfere sognanti e di dinamiche esplosive, un concentrato di energia lontano da una facile classificazione di genere. La malinconia delle fate è un’isola felice.
La malinconia delle fate vive di ricordi (Il primo giorno di scuola), speranze (Scrivimi una lettere tra nove anni), frenesie (Cento metri all’arrivo), allucinazioni (Astronomica), complicità sentimentale (Martina). La malinconia delle fate vuole aiutare l’ascoltatore ad accettare emozioni dimenticate, trascurate o mai sperimentate. Sdang! vuole raccontare storie senza parlare.”
Sdang! traccia per traccia
Prima di tutto, ecco Il primo giorno di scuola: ingresso poetico, poi arrivano le mazzate, sottoforma di percussioni violente e di chitarre molto ruvide. Il brano attraversa fasi differenti, sempre schiacciando l’acceleratore a fondo. Si procede con Martina, brano che gioca con l’alternanza di chiaro e scuro sottoforma di suoni ora gentili, ora potenti.
A seguire ecco Astronomica, furibonda fin dai primi battiti. Le percussioni sviluppano un potente fuoco di sbarramento, sorretto dalla chitarra in maniera molto concreta. Sembra fare qualche riferimento a Lucio Dalla Scrivimi una lettera fra 9 anni, ma è un’impressione. Il pezzo sceglie percorsi sincopati e disegna panorami ora minacciosi ora più sereni.
Cento metri all’arrivo è una sorta di gara di atletica, che accoglie qualche influenza del metal, ma anche accenni al rock and roll tradizionale. In conclusione si arriva a La malinconia delle fate, la title track, che chiude il lavoro. Rumori inquietanti nell’introduzione lasciano presto spazio a esplosioni di energia. Il pezzo comunque si dimostra davvero “malinconico”, in misura maggiore rispetto agli altri brani del disco.
Si può definire molto interessante il lavoro degli Sdang!. Benché il duo indichi come punti di riferimento gente come Glass e Sakamoto, nel loro lavoro si trova minore gentilezza e spigoli ben più vivi.