La fine giustifica i mezzi è l’album d’esordio de Il Terzo Istante, trio alternative rock torinese. Rispetto ai tre ep precedenti, il disco cerca di essere più aderente alla dimensione live.
Il Terzo Istante traccia per traccia
La prima traccia è Uccidimi, rock dai tratti acidi e con qualche sensazione tra il vintage e lo psichedelico. Il blues del latte versato affronta alcuni dei dolori del matrimonio e alcuni rimpianti con sonorità blues (ovviamente) e con l’aiuto del sax.
Si torna a un rock molto incisivo e piuttosto urlato con Fenice. Il pezzo si lascia andare a toni e modi molto aggressivi, quasi metal. Si passa direttamente a Due Fuochi, che invece i toni li abbassa. Il pezzo accoglie il pianoforte e sonorità più soft, pur con qualche istante più acceso.
Si torna all’acido e al blues con La strada che ti porta indietro. Chitarra protagonista e rullate di batteria senza ritegno contrassegnano il pezzo. Ancora pianoforte e voci in lontananza per l’intermezzo malinconico di 39,8°.
La base blues, con sapori aspri, riemerge anche ne Le Cose Importanti. Tu non riuscirai rimette al centro il drumming, mentre il disco si chiude con Lucido, chiusura che si allunga quasi fino a costituire una mini-suite, per lo più pacifica, ma con fasi differenti lungo il percorso.
Buona la prova d’esordio de Il Terzo Istante, che riesce a proporre un disco ben costruito e molto vivo. C’è buona varietà, i testi sono sensati e la scelta delle sonorità sempre piuttosto interessante.