Tre canzoni e quattordici minuti: Tutto quello che non avrei mai voluto è il (breve) nuovo ep dei Renoir, interessante band tra hardcore ed emo, nata dall’incontro tra Salvo Alfieri e Tomas Giralt. Nell’estate del 2020, la formazione si completa grazie a Lorenzo Criscione alla seconda chitarra e Riccardo Spataro alla batteria. Rientrano nello stesso studio ad agosto, dopo un mese il completamento della formazione, per registrare il nuovo ep, contenente tre nuovi inediti.
Renoir traccia per traccia
C’è parecchio impatto fin dalla traccia d’apertura, una dolorosa 21 giugno, che parla delle cose che non si possono più, picchiando forte e urlando un po’.
Apre quasi con cautela Parlare senza di noi, comprendento anche un parlato che racconta di cose che non hanno senso. Poi la voce si alza e la temperatura emotiva del pezzo si innalza.
Si immerge in qualche oscurità e allunga i propri battiti Deserto, traccia finale che supera i sette minuti e che dopo un’inizio abbastanza dialettico, si infiamma e provvede a saturare l’aria con una sorta di tempesta sonora. Il finale ondeggia pericolosamente verso lo psichedelico.
Tre pezzi e solo quattordici minuti, si diceva. Sufficienti però a intuire lo stato di grazia dei Renoir, che riescono a popolare le tracce di vibrazioni forti e di parole in tutta evidenza molto sincere.