Nosedive è il nuovo singolo dei Rhesina. Si tratta di un brano che strizza l’occhio all’alternative rock degli anni 2000 mantenendo però un velo di modernità.
Se Nosedive fosse un luogo fisico, che tipo di paesaggio sarebbe?
Se Nosedive fosse un luogo credo che sarebbe un paese fantasma, ormai gli edifici sono distrutti e chi un tempo ci abitava è stato dimenticato. Il mondo va avanti nella sua indifferenza mentre chi un tempo quel luogo lo chiamava casa non c’è più.
Vi è mai capitato di sentirvi completamente invisibili, come raccontate nel brano? Che forma ha per voi quella sensazione?
Assolutamente sì! Forse è per quello che Alessia ha messo tanto, nel testo, del suo sconforto sulla situazione a Gaza. Riuscire a empatizzare con delle persone che cadono nell’indifferenza generale ha spinto un po’ la nascita del testo del brano.
La dimensione dell’isolamento e dell’indifferenza è abbastanza familiare ad Alessia, proprio per questo, ha voluto porre l’attenzione alla tematica. Se proprio dovesse avere una forma lo potremmo immaginare come un cellulare che scorre incessantemente contenuti senza criterio e senza sensibilità.
Esiste un momento preciso – magari anche assurdo – in cui avete capito che eravate destinati a suonare insieme?
In realtà no, non c’è un momento preciso. Stare in un gruppo ha molto di simile allo stare in una relazione: sono una serie di scelte e di impegni reciproci che mandano avanti questa relazione. Si deve scegliere ogni giorno di impegnarsi in quello che si è deciso di fare, mettere la passione e la volontà di andare avanti
Qual è la cosa più bella e la più difficile dell’essere una band oggi?
Sicuramente la cosa più bella è avere modo di esprimersi tramite la musica e trovare una dimensione sonora insieme. La più difficile al momento ci risulta essere il cercare di emergere in un panorama che è davvero saturo. A volte sarebbe davvero più comodo se avessimo un manager!
Avete mai scritto qualcosa che era “troppo personale” per essere pubblicato? Che fine fanno quei pezzi?
No! Come ogni progetto musicale ovviamente ci sono stati dei brani scartati, ma non tanto perché sono stati troppo personali. Solitamente cerchiamo di mettere tutti noi stessi nei brani ed essere veramente autentici e questo appunto porta tutti i brani ad essere veramente personali.
Se doveste racchiudere il senso dell’ep che sta per uscire in una frase scritta su un muro, quale sarebbe?
Bella domanda! Sembra quasi impossibile racchiudere tre anni di lavoro in una sola frase… potremmo scrivere “siamo arrivati a casa”.