Roncea, “Acrobazie”: recensione e streaming

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Acrobazie, in uscita per Alter Erebus e Dischi Sotterranei e anticipato dai singoli Ritorno Domani e Le Opportunità, è il titolo del secondo lavoro in italiano di Roncea. Prodotto da Manuel Volpe al Rubedo Recording di Torino, già produttore di Presente (Dischi Sotterranei, 2019), Acrobazie è un racconto in cinque brani, qualcosa di diverso rispetto agli album precedenti.

Acrobazie rappresenta la pace con il passato, la tregua con la frustrazione, la libertà di amare incondizionatamente, la sconfitta della paura di andare a fondo dei propri sentimenti, la volontà di cercare e cercare ancora

Roncea sceglie i temi del nuovo lavoro ispirandosi alla vita di suo padre Constantin Roncea, acrobata rumeno che ha lavorato anche al famosissimo Circo delle mille e una notte (Orfei), il più grande a livello internazionale dell’epoca e di alcuni suoi colleghi, amici.

Acrobazie è un progetto artistico che ha come focus il concetto di equilibrio in diverse espressioni, accezioni e sfaccettature. Mio padre si chiama Constantin e vive a Bucarest, la città che lo ha visto nascere e crescere. La stessa città che lo ha visto allontanarsi con occhi sognanti di ragazzo alla ricerca di avventura e che non lo ha più visto tornare, per una ventina di anni, a causa del regime dittatoriale di Ceausescu.

Roncea traccia per traccia

Passo tranquillo in apertura di Ritorno domani: “sarò di ritorno domani/oggi no, mi sono esploso tra le mani”. Il racconto di un errore che si trasforma in un’opportunità di vita. La vita, peraltro, sembra quella di Constantin, padre acrobata e fuggiasco, tra catene e follia, per un brano che si eleva gradualmente, insieme agli archi e alle percussioni.

Contemplativa, delicata e ragionata Le opportunità, che però ha anche evidenti momenti di rabbia quasi rock, pur con il sostegno degli archi. Guardarsi da fuori è una possibilità che ci si può concedere, anche se a prezzo di qualche rischio: “Capire che amare non ti rende migliore”.

Rintocchi morbidi quelli su cui ha inizio La ragione delle cose: il discorso si sviluppa parlando di vita e del tempo necessario, mentre le sonorità acquistano flusso e consistenza senza mai strappare o urlare.

Discorsi di paternità ipotetica si consumano in Al figlio che non ho: un ballo dolce che si anima un po’ per volta, fino a sfociare in attimi più aggressivi. La meditazione su se stessi e sulle proprie mancanze arriva a qualche risposta, ma soprattutto a nuove domande.

Si chiude, forse troppo in fretta, con Acrobazie, title track del disco che ancora si muove con armonia, questa volta su una sorta di fuga.

C’è una certa abilità circense anche nella scrittura di Roncea, che riesce a destreggiarsi su temi complicati senza mai perdere l’equilibrio, sonoro e testuale. Le Acrobazie a cui ci abitua la vita sono esaminate con calma, cantate con perizia e affrontate con un pizzico di disincanto, senza particolari ansie generazionali ma con una sostanza da cantautore vero e ricco di significato.

Genere musicale: cantautore

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Pagina Instagram Roncea

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