Sativa Rose pubblica il nuovo album, Rumore bianco, un lp dalle forti ascendenze synth pop con qualche idea vintage e un po’ di cantautorato sparso qui e là. Pur avendo attraversato varie fasi, tra cui quelle di collettivo, Sativa Rose è oggi il progetto solista di Alessio Mazzeo.
Il rilascio di Rumore Bianco, inizialmente previsto per il 15 maggio 2020, viene più volte rimandato a causa dell’insorgere della pandemia di covid-19; fattore che determina l’annullamento dell’intero tour promozionale del disco, che si sarebbe dovuto articolare in quindici date, tra il maggio e l’agosto del 2020. Quattro brani del disco vengono così rilasciati come singoli. I primi estratti sono: “Milano Nord” (13 marzo), “Il Gioco” (10 aprile), “Ti Annoi” (22 maggio) e “Non Dire Una Parola” (24 luglio). Tutti i brani contenuti in Rumore Bianco vedono coinvolti Artist First, nella distribuzione, e Peer Music, per quanto riguarda le edizioni musicali.
Sativa Rose traccia per traccia
Il Gioco è semplice, o almeno così la traccia d’apertura racconta se stessa, costruita su ritmi quadrati e su piccole suggestioni hip hop ma con aperture improvvise e sorprendenti.
Suggestioni evidentemente 80s emergono da Ti Annoi, singolo superpop che sa di Giuni Russo, Righeira e Camerini, con un po’ di sfacciataggine in più.
Si corre all’interno di Colpa di Roma (ma anche dello Xanax), che accoppia le sensazioni synth con qualche stornellare della voce.
Cambio di città al volo ed eccoci a Milano Nord (che non è come Roma Nord, oggettivamente): un racconto di viaggio e di soggiorni notturni, tra avventure sessuali e stanze d’albergo.
Non dire una parola scopre qualche dolcezza in più, che però non preclude riferimenti sessuali copiosi. Una nostalgia leggera e trattata con scarsa cautela e riverberi sonori.
“Wendy ci dava dentro”: giusto per capire subito di che stiamo parlando la canzone si apre con un concetto piuttosto evidente. Il pezzo è diretto, veloce e sostanzialmente rock.
Musica simil-orientale per Le Commedie Sceme, che ha qualche parentela nei videogame e un ritmo molto fluido e filante.
La title track Rumore bianco chiude il disco e si prende libertà ariose, tra cui quella di non avere un testo (a parte una citazione da Will Hunting e altre parole meno distinguibili sullo sfondo) ma soltanto voci, e di offrire un’uscita morbida e diffusa su oltre cinque minuti di brano.
Un po’ di Califano, un po’ di Leo Pari, un po’ di synth e molto di Sativa Rose in questo disco che affoga alcune sensazioni nello scintillio del pop, ma che cerca sempre strade originali per raccontare momenti di vita piuttosto verosimili.
Genere musicale: synth pop
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