Sottomarini è il disco d’esordio dei Senna, cioè Carlo Senna, suo fratello Simone e Valerio Meloni. Due dei tre singoli (Italifornia e Le Cose a Metà) sono già stati inseriti da Spotify all’interno della playlist Scuola Indie.
E ce n’è motivo, perché il trio dimostra una perfetta aderenza al lato più vintage dell’indie, con testi cantautorali e sonorità molto pop.
Senna traccia per traccia
Risate di bimbo e onde per (punto e a capo), in coerenza con la copertina, che introduce l’album e lascia spazio alle note acustiche di Giulia, apertura ricca di rimembranze e di dolcezza per il disco.
Bassi profondi e suoni più indie quelli di Agosto, che non accelera molto ma si fa un po’ vintage, senza dimenticare di avvolgere l’ascoltatore con suoni morbidi.
Addio alla città ha chiaramente un carattere più malinconico, a partire dal pianoforte insistente e quasi rancoroso. Il pezzo si assesta su toni e modi “classici”, da canzone vecchio stile.
Si arriva a metà disco con Mignolo, sempre avvolta di suoni soffici, corale, un po’ sintetica ed estremamente malinconica.
Ecco poi Le cose a metà, singolo nonché altro brano di rimpianti, che sogna “canzoni venute da Marte”, e che sale a bordo di un drumming regolare e robusto.
Un’immagine non proprio piacevolissima apre Fiume, che con il violino costruisce un brano addolorato e tagliente. Un minutino di intermezzo ce lo si regala con (riavvolgi).
C’è spazio poi per l’altro singolo Italifornia, dinamica e sorretta da un beat molto continuo e anzi crescente. “La notte è la mia troia” è l’immagine più forte del disco. Il disco si chiude con grande dolcezza e in acustico, con Uguale e diverso.
Seguono linee spesso semplici i Senna, con melodie che suonano familiari e rassicuranti, ma senza mai scadere nel mieloso. E’ anche merito dei testi, peraltro, ben scritti e con indizi di qualità sparsi.
