Torna #shortraks con tre recensioni in breve per uno sguardo rapido (ma non troppo) su dischi che potresti esserti perso. Questa volta tocca a deLorenzo, Gianni Denitto, Alessandro Bocci e Zerogroove

deLorenzo, deLorenzo

Il cantautore deLorenzo ha pubblicato il proprio disco omonimo, registrato e mixato da Riccardo Parravicini (Niccolò Fabi, Max Gazzè, Mario Venuti). Nove brani, prodotti e arrangiati da chi ha suonato: Daniele Molteni (chitarre), Simone Casale (basso), Ivano Flospergher (batteria) e Maurizio Boris Maiorano (sequenze, programmazioni e percussioni).

Partenza soffice e un po’ alla Samuele Bersani con Pippi, che però poi si allarga e diventa orchestrale. Come Gregor Samsa è il singolo, kafkiano nel titolo ma dai toni piuttosto aggressivi e un po’ western. Chitarra acustica e qualche immagine di viaggio caratterizzano Nono giorno delle ferie d’estate, mentre L’amante ha toni molto più intimi e contenuti. Anche qui ci si lascia andare trascinati dalla coda strumentale.

Drumming nervoso e voce filtrata per la partenza di Stanco, che poi diventa quasi un pezzo di synth pop anni ’80. Un certo numero di contrasti sonori si delineano nella piuttosto romantica In ogni pelle bianca. Ci sono gli archi per chiudere una piuttosto dolorosa La logica del fare. Tessitura fitta e sentimenti spessi quelli che si esprimono ne Le parole non dette. Chiude la molto aromatica Adesso o mai, che ha un passo un po’ jazzato. Una voce forte e originale, quella di deLorenzo, pur inserita perfettamente nella tradizione, anche recente, cantautorale italiana. Ne esce un disco solido e intenso.

Genere: cantautore

Gianni Denitto, Kala (remixes)

Gianni Denitto è un  sassofonista torinese da sempre appassionato di improvvisazione jazz, world music, elettronica e sound design. Di recente ha pubblicato il Remix Pack di KĀLA, il terzo album pubblicato dopo tre anni di un tour intensissimo. Il disco parte volando, con due versioni di Air China, la prima, elegante ma ritmata, remixata da Wai Fai Spirit & Ibaaku; la seconda opera di Polezsky, permeata di suoni molto più eterei e malinconici.

Cambio di atmosfere: si scivola verso l’elettronico evidente (ma sempre piuttosto malinconico), con Café d’Arab, remixata da Mulai. Stockholm Rasta, riletta da Nina Simmons, mantiene caratteri dub/reggae, con fiati improvvisi che arricchiscono l’atmosfera.

Passaggio strumentale con Tilsammans, remixata da Stèv e piuttosto notturna. Si chiude con una doppia versione di Touki Bouki, la prima, anch’essa molto notturna, allungata e un po’ “rumorosa”, curata da Deleted Soul, la seconda più ricca di percussioni e firmata da Ozferti. Un’esperienza interessante e una serie di riletture che regalano al disco di Gianni Denitto sguardi alternativi e molto intriganti.

Genere: jazz, elettronica

Alessandro Bocci e Zerogroove, The Urban Tape

30 minuti, 2 artisti, un lato a testa: questa è la serie delle Kaczynski Tape Session. Si tratta di split-album che coinvolgono due artisti accomunati, nelle loro differenze, dal titolo della cassetta. Il primo nastro della serie si chiama The Urban Tape e lo dividono Alessandro Bocci (costola elettronica di Starfuckers) e Giuseppe Fantini aka Zerogroove (chitarre e macchine in ranter’s groove e zero23).

La prima traccia di Bocci è un percorso appiccicoso e piuttosto oscuro dal titolo Open the gate. Molto più robusta Shake the gate, che fin dalla partenza sviluppa volumi potenti. Movimenti sotterranei quelli di Stairs, che chiude il primo lato con consistenti quantità di ansia.

Vibrazioni intime e oscure anche quelle di Turn me on (Phaser mix), che apre il lato dedicato alle creazioni di Zerogroove. Frastagliate le sensazioni che propone invece No one is here, giocata sui contrasti. C’è un recitato con rimbalzi su I salvatori, che ha effetti piuttosto stranianti. Asesino (samba overdrive mix) è quasi latin pop, con inclinazioni santaniane e con qualche strappo qui e là. La carica sperimentale del tape non impedisce la sua fruibilità; il materiale dei due artisti fra l’altro si amalgama molto bene e si rivela del tutto complementare.

Genere: elettronica, sperimentale

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