Si chiama Astroecology il nuovo disco dei Soviet Malpensa, band nata tra le province di Milano e Varese. Dopo aver realizzato alcuni lavori autoprodotti (Musica elettrificata da ascoltare nei boschi nel 2008 e Requiem per i discografici italiani nel 2010), registrati in totale autonomia, si classificano tra i finalisti di diversi concorsi nazionali e regionali, ai quali fa seguito la sonorizzazione live di Metropolis, il classico del cinema di Fritz Lang.
Nell’ottobre del 2013, con una formazione rinnovata, pubblicano Slowdonia, un mix di ambient, punk rock e psichedelia, sound definito dalla stessa band come “ghost rock”.
Soviet Malpensa traccia per traccia
L’album si apre con le note prima soffuse, poi più decise, di Everest (Manifesto Asociale), presto animata da un giro di basso consistente, prima che entri il cantato e che la struttura del pezzo si apra completamente.
Si prosegue con i ritmi controllati di Quasi Tenebra, che ha qualche risvolto psichedelico su un abito complessivamente rock. Sviluppi elettrici quelli messi in mostra da una piuttosto sognante Lucifer.
Passo lento e sviluppo ricco di groove per Heaven, che mette in bella mostra il lavoro del basso. Più vivi i ritmi di Europa Afterlife, che scivola su un cantato a loop sottovoce.
La Scienza dei Sogni è, convenientemente, onirica, con qualche chiaro passaggio di dream pop. L’esplorazione spaziale prosegue con l’oscura Pluto, influenzata dalla new wave electro/elettrica.
Il basso torna a dettare la strategia in Habitat 7220, strumentale a giro di buona fattura. Chiusura affidata a This is The Life, pezzo rock “quadrato” e che media tra potenza e velocità.
Il contesto cosmologico si adatta bene alle ispirazioni e aspirazioni dei Soviet Malpensa, che pur rimanendo incollati alla sostanza rock, base delle loro canzoni, costruiscono un viaggio con riverberi dream pop che punta molto in alto.