Preceduto dal singolo Per i tuoi baci, esce oggi l’album Non so dirti no, firmato da Titti Smeriglio. Per la realizzazione del suono si è scelto di riferirsi alle produzioni degli anni ’60 e ’70, utilizzando strumenti, apparati e collaborazioni mirate a raggiungere questo obiettivo.
Gli arrangiamenti dei brani sono di Titti insieme alla band: Antonio Ragosta, chitarre, tenayo e ukulele; Fabio Fochesato, basso elettrico e contrabbasso; Mattia Di Cretico, batteria, percussioni.
Titti Smeriglio traccia per traccia
Con un pugno di citazioni, sonore e testuali, che fanno tutte riferimento ai favolosi Sixties, Ti Mentirò apre il disco, instillando subito una certa verve.
Si prosegue sulla stessa linea “passatista” con Per i tuoi baci, tra fiati e coretti “shallalla”. Si passa alla ballatona lenta con Se Tu, pregna di sensazioni romantiche e rimpianti.
Molto più mossa (e tutto sommato anche più contemporanea) Non So Dirti No, la title track, che comunque approfitta di sonorità di hammond e di altri riccioli sonori.
C’è molto dub nel passo rallentato di Che Pericolo Sei, fluida e morbida ma un po’ oscura. Pizzichi di ironia ritornano a bordo con Aspettando te, che si muove con gentilezza nei confini di un addio amoroso.
Pop leggero, elegante e rapido, ecco poi Fa Fa Fa Fa, che gli archi “sollevano” ma che le tastiere tengono ancorate al beat.
No, Io Non Ti Credo ha un’aura simil-reggae, con inserti quasi psych, ma la radice del brano e del suo cantato fa pensare a Mina e alla sua epoca.
A dispetto del titolo, Piangi non è propriamente tristissima, anzi leggermente brasileira (benché ritragga dubbi amorosi consumati su piatti giapponesi).
Atteggiamento funky quello de L’Amore Bipolare Non Fa Star Tanto Bene (a meno di trovare un partner bipolare e fare uscite a quattro, peraltro). Il pezzo è più vicino ai 70s e alla disco, con inserti curiosi e di nuovo una certa ironia sparsa con leggerezza.
Si conclude con la morbida Mi Manco, ukelele e triangolo, un congedo soft e originale dal disco.
Chiari di luna, balere, “canzonette”: tutto l’armamentario del vintage è in campo nel disco di Titti Smeriglio. Nobilitato dalla presenza di musicisti di livello, all’album va riconosciuta la cura del dettaglio, la qualità di scrittura e l’accortezza nel non cadere mai nello stereotipo.