I TrèHùs sono un duo composto dal veronese Pietro Falezza e dal mantovano Luca D’Isola. When You’re Anything But Ok è la loro opera prima e vuole essere un blend di sonorità alternative, senza limitarsi alle costrizioni di genere.
Cantato in inglese, un occhio di riguardo verso l’estero, dal suono dei sintetizzatori alle chitarre delicate, dai testi introspettivi alla spensieratezza ballabile, il disco si presenta come un interessante mix di alt-pop ed elettronica con sfumature emo, R’n’ B e IDM. Nel disco appare la voce di Elvira Caobelli che in seguito ha lasciato il gruppo.
TrèHùs traccia per traccia
Apertura soffusa per il disco, con una giustamente acquatica Ocean, che insieme al background elettronico miscela sensazioni vicine al soul, con la voce che tiene insieme il tutto.
Orfeo invece si propone come sognante e cupa, almeno sulle prime, ma presto il discorso si innerva di nuove energie e di un ritmo più consistente, insieme a un cantato che fa pensare all’hip hop.
Con Common Ground il ritmo sale improvvisamente, trasferendo il discorso sul dancefloor e mostrando anche un lato leggermente più spensierato del gruppo.
E se Desire permea l’aria di tensione e anche di sentimenti a metà tra malinconia e sansualità, ci pensa poi il battito di Captivity a scaricare le tensioni.
Inizio moderato quello di Don’t Leave Me Hanging, che ha un titolo che fa pensare agli anni ruggenti della disco dance ma uno sviluppo molto più oscuro, articolato, e tuttavia altrettanto ricco di groove.
Si chiude con Black Tide, climax ancora a tema dance, divisa in due parti ma comunque inquietante e molto ritmata.
Disco buono e ben articolato, l’esordio dei TrèHùs, che si rivelano ottimi sia dal punto di vista compositivo sia da quello dell’esecuzione. Rimane la curiosità di vedere se proseguiranno senza voce femminile oppure se recluteranno un’altra cantante per replicare le dinamiche ben riuscite di questo disco.

