Marie è il brano di UNA che parla di femminicidio attraverso la vicenda di Marie Trintignant, assassinata dall’ex leader e voce dei Noir Desire.

Canzone estratta dall’ultimo album AcidaBasicaErotica, UNA spiega: “Ho scelto di scrivere questo testo non solo perché è tra i casi più eclatanti di ingiustizia legale a cui tutto il mondo occidentale ha assistito, poiché Bertard Cantant è stato rilasciato in regime di liberà condizionata dopo solo quattro anni di condanna, ma anche per il bisogno di esprimere la feroce indignazione rispetto al modo in cui i giornali parlano e trattano l’argomento della violenza di genere.

Utilizzando parole sensazionalistiche e fuorvianti come “raptus” o “delitto passionale” i media contribuiscono a rafforzare la visione del femminicidio come un evento imprevedibile, quasi a voler dare una giustificazione del gesto che in qualche maniera la donna ha meritato o cercato.

La narrazione spettacolarizzante dei giornali e delle tv, come per esempio mettere l’accento sull’età o sull’ avvenenza delle donna, contribuisce a cementificare modelli di comportamento violenti e pericolosi a cui bisogna prestare attenzione e a cui bisogna opporsi senza “se” e senza “ma”.

Da questa indignazione è nata assieme a Maura Costantini  (videomaker), Antonia Peressoni (ufficio stampa) e Paola Rondini (social media manager) la volontà di produrre questo video da cui è partita una ricerca di titoli di giornale e immagini video che mostrassero da un lato quanta strada ci sia ancora da fare per debellare miti e stereotipi sulla violenza di genere, sintomo del sessismo e della cultura patriarcale che pervade le nostre vite, e dall’altro il reperimento di immagini che mostrassero invece quanta strada si è fatta nella direzione dell’autoaffermazione per la conquista della consapevolezza e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni.

“Se toccano una, toccano tutte”, recita uno slogan usato dalle donne attiviste; per questo ognuna di noi ha il diritto e il dovere di denunciare, parlare, scrivere, cantare, disegnare la violenza di genere affinché possa essere riconosciuta e disintegrata nei gesti, nel linguaggio, nelle pratiche di ogni giorno della nostra vita e in ogni luogo che il nostro corpo attraversa“.

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