Last Floor studio presenta Right Here, album d’esordio di White Ear in uscita su tutte le piattaforme di streaming. White Ear è il progetto solista di Davide Fasulo, polistrumentista che nei suoi live mette insieme corde, archi, voce, percussioni, piano e sintetizzatori grazie all’uso della registrazione ciclica, ospitando spesso altri musicisti o artisti visivi. Anche in questa incisione in studio si è avvertita la necessità di collaborazioni esterne al fine di arricchire il progetto con altri modi di approcciare alla creazione. Right Here nasce da una profonda ricerca musicale da cui deriva un lavoro caratterizzato dalla convivenza tra strumenti acustici ed elettronici in uno stile aperto a diverse contaminazioni.
Il rumore bianco, in inglese ‘white noise’, è un suono che contiene tutto lo spettro di frequenze, molto simile al rumore del mare o del vento. Partendo da questo concetto il nome White Ear, ‘orecchio bianco’, vuole intendersi come un ascolto che accoglie ogni suono circostante. Un’apertura che si trasferisce in senso più ampio nei testi, come in ‘Eyes wide up’ che invita a non abbassare gli occhi o chiudere le braccia di fronte a situazioni di sofferenza che non sembrano appartenerci, ma che richiamano un senso di responsabilità irreprimibile. Mentre il brano ‘Night has come’ parla di un’apertura mentale verso punti di vista che possano scardinare le nostre certezze, concetto condensato nella frase ‘My religion is just doubt’. O ancora in ‘Planet Earth’ l’ascolto è rivolto al pianeta terra che parla in prima persona, mentre ‘Try to catch me’ pone l’accento sul sentirsi parte di una moltitudine meravigliosamente potente. La parola chiave di questo disco è l’ascolto, inteso come un varco che permette di essere in contatto con ciò che ci circonda e di cui inevitabilmente facciamo parte
White Ear traccia per traccia
Si parte da una ritmata ma frammentata Eyes Wide Up, figlia dell’electropop e capace di diffondersi in frequenze dance ricche di vita.
Drowsy Dream parte con una certa determinazione, pur senza alzare troppo la voce. Le dinamiche ritmiche si fanno più complesse e il motore del brano fa molti giri laboriosi. Strofe hip hop a opera di Femmina completano il discorso.
Una voce che verifica di essere avvertita apre Try To Catch Me, che ha un tono malinconico, in mezzo a percussioni risonanti e a un panorama complessivamente triste.
Hi My Name Is Planet Earth and I Will Kill You All è il titolo non sintetico ma significativo di un brano, peraltro ricco di umore positivo, piuttosto particolare e fitto di barre, eseguito in combutta con Lapè e Fausto Dee.
Si intitola Invisible invece il brano successivo, che si basa su altri ritmi sconnessi e scomposti, come a voler spiazzare l’ascoltatore, per poi riportarlo a casa con dolcezza.
Con Sol Izkovitch e con una dose iniziale di archi, ecco poi Night Has Come, in grado però di virare subito verso un discorso molto più muscolare e vibrante.
Rimbalzante e notturna anche Empty, che vede la presenza di Vincenzo De Stradis, in un mondo decolorato e ricco di sensazioni attutite. Un’affermazione di personalità, anche con una certa decisione, si verifica in una comunque dolce Be Me.
Fiati e atmosfere anni ’90 quelle che si incontrano ascoltando God Bless Rainy Days, insieme a Meike Clarelli. La chiusura è affidata a Last Call, insieme a Vinx Scorza, per un pezzo che si concentra moltissimo su ritmi in crescita e che arriva in superficie gradualmente.
Quello di Fasulo/White Ear è un progetto particolare e interessante, che dà vita a un album ricchissimo di spunti di interesse. Il primo dei quali è un sound del tutto contemporaneo e anzi capace di guardare avanti, raccogliendo elementi soprattutto internazionali ma confezionandoli secondo il gusto personale.