Si chiama Habit & Changes pt. 01, il nuovo lavoro di Zi-CKA in the Head, progetto electro-dub di Gennaro ‘Zio’ Sica. Lo abbiamo intervistato.
Ci racconti come sei arrivato a questo nuovo disco?
Diciamo l’idea per questo disco è nata un bel po’ di tempo fa… Quasi più di 10 anni fa quando ho cominciato a essere più esposto alla sound system culture, alle dub session e alla bass music in generale.
Il disco è una mia interpretazione di tutti questi elementi che per me erano “cosa nuova” al tempo e li ho mischiati con quello che c’era già nelle mie produzioni musical ovvero L’hip hop, il trip hop e il suono un po’ più acido e industriale. Contemporaneamente a questo “change” dal punto di vista produttivo c’era anche l’esigenza da parte mia di omaggiare il ricchissimo underground delle mie zone (Salerno/Campania/Sud d’Italia) che gravitava attorno ai centri autogestiti e alle autoproduzioni musicali… quello che in un certo senso era il mio “Habit”.
Nel lavoro c’è una grande mescolanza di generi e anche di lingue: ci spieghi come nasce una tua canzone?
Diciamo che non c’è una ricetta precisa per ‘sta cosa… A me piace mescolare le cose e sperimentare “nuove alchimie sonore” ma in generale il tutto nasce sempre da un bel campione che ti rimane in testa o da un loop di basso o batteria che io cerco di allineare con quelle che sono le cose (idee o sentimenti) che in quel momento voglio trasmettere.
Qual è il brano del disco a cui sei più legato?
Diciamo che sono legato un po’ a tutti i pezzi del disco perché sono una estensione di quello che sono ma se ne devo scegliere uno direi 80Hz (From Bass). Questo è stato l’inizio di questo “viaggio” musicale di questo “nuovo mescolare” che poi é diventato Habit & Changes pt.01… E in un certo senso questo pezzo ha anche sancito l’inizio del mio percorso personale e professionale… infatti quando ho cominciato a mettere insieme 80Hz era nel periodo in cui sentivo l’esigenza di cambiare e di non rimanere più nella mia città natale (Salerno) mentre ora vivo (e vi scrivo) da Brixton, un quartiere di Londra nel Regno Unito.
Come hai selezionato i collaboratori per l’album?
Come ho detto prima uno degli obiettivi del disco è di omaggiare la cultura underground salernitana soprattutto quella legata ai sound systems e alle dancehall e in questo sono stato molto fortunato a lavorare con Uru e Youthman, che sono tra i fondatori di questa cultura nel sud d’Italia attraverso lo storico Erbapipa sound, e Sandro Digital, membro della leggendaria hip hop reggae crew Iatenamicizia.
Poi c’era l’esigenza di avere un filo conduttore con l’altro mio lato produttivo un po’ più orientato sul avanthop/triphop/industrial ed è stato molto bello lavorare con miei fratelli di internos (A.rota.B e Anacleto “AV-K” Vitolo) e collaborare con super musicisti come Alessandro De Marino, Francesco Marra, James Messaglia e Sunshine a.k.a. AfrooX.
Non posso non menzionare Enrico Tiberi che pazientemente asseconda le mie pazzie sonore al mix e il grande lavoro di Gianni Blob al master.
Tutte queste collaborazioni/contributi sono servite a “completare” la mia visione sonora e a parte essere grandi artisti, sono persone che stimo tantissimo che rendono queste collaborazioni ancora più preziose.
Che cosa hai in progetto per i prossimi mesi?
A parte continuare il mio progetto radio “Asse Zeta”, a un certo punto dovrebbe uscire un video di una traccia del disco fatto da me con il mio compare DanDna come 2Fam Suggestions e poi vorrei produrre delle nuove cose con la mia nuova label Warning Drop… quindi stay tuned!