Il rapper fiorentino Millelemmi arriva alla prova del terzo disco, Italodelicastrofunk mettendo insieme l’aspetto introspettivo e quello scanzonato e asimmetrico. Il nuovo disco nasce dopo un intenso periodo di concerti in giro per l’Italia, molti dei quali con i musicisti del progetto “Yes, We Jam!”, alcuni dei quali presenti nel disco.
Millelemmi traccia per traccia
Dopo Demetrio Intro, che è, appunto, introduttiva, Spaziofunk comincia a riversare le proprie cascate di parole su un ambiente morbido, elettronico e confinante con funk e dub, con consistente assolo di tastiere nel finale.
Apri la porta si fa più giocosa e frizzante, pur adagiandosi su ritmi morbidi. A parte la citazione di Sciascia nel titolo, Todo Modo si dipana come un pezzo divertito e frizzante, con piccole esplosioni sonore e lessicali distribuite qui e là.
Dolcezza improvvisa quella di Come le orche, in cui la melodia prende il sopravvento, mettendo nel contempo in maggiore evidenza le abilità e le scelte lessicali di Millelemmi. Dopo il passaggio artificale e leggermente psichedelico di Tavor, ecco qualcosa di più urban con Baddest Funk, sporcatura sghemba e storta costruita con un’estetica glitch.
Inventando preferisce ambienti oscuri e torbidi, con un fraseggio serrato ma calato in atmosfere sonore ovattate, anche se qui e là guizzanti. Si chiude con C.C.L.A., molto serrata e nervosa, costruita con piccoli pezzi di mosaico sonoro che costruiscono un quadro complessivo piuttosto curioso.
Millelemmi si propone con una manciata di tracce in cui rap e scelte sonore trovano buoni equilibri. Le tracce suonano fluide, mai frenate, e il senso di libertà trasmesso dal disco ne è probabilmente la maggiore virtù.