Brucherò nei pascoli, “Umana”: la recensione

Umana è il secondo album dei Brucherò nei pascoli, disponibile per Woodworm, anticipato dai singoli Tua da far paura feat. Lamante e TVB. Sarà presentato dal vivo il 6 novembre al Circolo Magnolia di Milano.

In Umana prendono vita storie di coppie divorziate, di dipendenze, angeli caduti, vite fragili e dimenticate.
Una collettività contraddittoria, che sta attraversando un periodo spaventoso, reso non soltanto dal crudo realismo che contraddistingue i testi dei Brucherò nei pascoli ma anche dal sound che appare più cupo dei precedenti lavori.

I Brucherò nei pascoli sono Davide, Stefano e Niccolò. Scrivono canzoni senza barriere di genere, spaziando dal rap al rock, dal jazz all’elettronica. Nel 2023 firmano con l’etichetta Woodworm. Palo, il loro primo album, è un mix di stili accomunati da un’attitudine punk e sensibilità creativa, che si riversa anche nella scrittura dei videoclip firmati dalla stessa band (Ghicci Ghicci è tra i finalisti del Videoclip Italia Awards).

Nel 2024 producono insieme a Crookers l’ep Nolotov, denunciando il tema della gentrificazione. Sono la prima band ad aver collaborato con un automa, Sophia the Robot, per la realizzazione dell’ep Call Me Resurging, presentato in Triennale Milano a giugno 2025.

Brucherò nei pascoli traccia per traccia

Dopo l’introduzione strumentale, e abbastanza monumentale, di 211220, si apre il discorso in maniera molto concreta con TVB: una storia che riguarda evidentemente una persona con problemi di dipendenza, i pochi numeri sul cellulare e le poche persone di riferimento, per restituire una sensazione di solitudine esistenziale piuttosto agghiacciante. Eppure “Ti voglio bene” è un messaggio che sa di universale e perfino di salvifico.

Ritmi totalmente differenti e tensioni quasi folli quelle trasmesse da Tua da far paura, un duetto che mette in evidenza ancora una volta anche il talento notevolissimo di Lamante: si corre fortissimo in un brano che parla di possessività e appartenenza e che ti prende per il collo.

Cambio di scenario drastico quello di Due passi insieme, che prospetta un reincontro in vecchiaia, con atmosfera particolarmente placida e discretamente malinconica. E’ tranquilla anche l’atmosfera di Africa, almeno in apparenza: il cantato racconta storie singolari, mentre la tensione questa volta è trasmessa soprattutto dalla seconda voce.

Si torna a un certo tipo di parossismo musicale e narrativo con Andrea, con AllegroModerato, che viaggia su toni urlati per restituire sensazioni di allucinazione e di disagio estremo. Picchia forte e vive muscolare GLITTER, con Glitter Boy, che dimostra da subito una certa simpatia per i sindaci milanesi, ma anche per Varese. Interessante il vocale che chiude il pezzo, oggettivamente.

Crepitio di luci e di rumori accende Rosticceria: “la vita è breve per vivere a Monza/non sarai mai il nuovo Mozart” è il punto di vista, oggettivamente interessante, che intensifica il cattivo rapporto con le città lombarde e che porta con sé un disagio che si estremizza, con modi che stanno tra l’urban e l’hardcore, ma seguendo strade del tutto peculiari.

Situazioni di vita trans esposte con una certa chiarezza all’interno di SALE, pezzo particolarmente vibrante e (teoricamente) anche molto pop per i giri e per l’incisività. Ok, dopodiché il testo non è proprio mainstream, siamo onesti. Ma è sincero e molto brutale, oltre che scritto benissimo.

Molto sommessa Manila, che affronta da vicino e quasi da dentro la vita di immigrati teoricamente ben integrati, “accettabili” perché, dai su, ci servono. Eppure non sembra il ritratto della felicità e si disegna su sonorità piuttosto cupe.

Ecco anche Edda a contribuire a Serafino: un dialogo surreale e cinematografico (ma il film è un tantino estremo) che parla di angeli e di cose molto più terrene. Il disco si chiude con una morbida Umana, la title track che è sostanzialmente una ballad ma anche un racconto molto realistico e dettagliato.

Progetto abbastanza unico (anche se il sottobosco dell’alternative italiano si sta popolando sempre di più di progetti “unici”, ognuno per la sua strada, che lo rendono sempre più interessante) i Brucherò nei pascoli pubblicano un disco “grande”, che nello streaming ci sta appena.

Non tanto per durata o per budget, ma per ambizione e volontà, che è trasparente in una produzione importante e totalizzante, con gli elementi che vanno tutti al posto giusto, a comporre dodici tracce potentissime, quando urlano così come quando sussurrano.

I ragazzi prendono il loro talento (tanto) e lo mettono tutto a disposizione di un disco scritto benissimo a livello di testi e terribile e senza compromessi dal punto di vista sonoro. Senza dubbio uno dei dischi migliori del 2025, senza dubbio un disco da ascoltare con attenzione.

Genere musicale: alternative

Se ti piacciono i Brucherò nei pascoli ascolta anche: Zebra TSO

Pagina Instagram Brucherò nei pascoli

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