Gianluca Chiaradia, giovane cantautore e chitarrista veneziano, ha pubblicato Seriamente ironico, il suo nuovo disco, che noi abbiamo recensito qui. Ma gli abbiamo fatto anche un’intervista, ed ecco il risultato.
Puoi raccontarmi qualcosa della tua storia fin qui?
Scrivo canzoni da quando avevo 12 anni, ovviamente all’epoca erano filastrocche più che canzoni! Devo a mio padre la passione per la musica, l’arte in genere e il collezionismo. Sono un fanatico del vinile e spesso vado a fiere e mercatini a caccia di chicche dimenticate.
Studio da sempre chitarra e canto privatamente e questo disco è un frutto naturale di una scrittura che dura da anni. Attualmente ho già le canzoni per il secondo, che spero di incidere per l’anno prossimo.
Il titolo del disco, “Seriamente ironico”, implica un contrasto di umori, ma il disco risulta nel complesso forse più malinconico che spensierato, vista anche una certa amarezza di fondo di alcune delle canzoni più divertenti. Che tipo di momento ha fotografato il disco?
È vero, spesso l’amarezza prende il sopravvento ma ho cercato di mascherarla un pochino. I testi sono molto autobiografici anche se le canzoni sono fatte della stessa materia dei sogni, per cui la realtà è sempre filtrata e non tutti i dettagli corrispondono.
Le tue canzoni, almeno in questo disco, sono “guidate” dalla chitarra acustica. Una curiosità: quali sono i tuoi modelli, riguardo a questo strumento?
Adoro la chitarra acustica! Ascolto un sacco di chitarristi ma quelli che mi hanno ispirato di più sono Michael Hedges e Beppe Gambetta. Ho avuto la fortuna di conoscere Beppe in Slovenia durante i suoi workshop (che consiglio a tutti gli appassionati di chitarra) e mi ha influenzato molto soprattutto nella tecnica.
Suono una Della Giustina, una chitarra che amo, costruita dal maestro Michele Della Giustina, un bravissimo liutaio e una splendida persona.
Mi incuriosisce il testo della title track, in cui parli en passant anche di politica. Vorrei sapere come nasce.
La ragazza del testo esiste davvero, uscimmo solo una volta in cui la portai a vedere un concerto di Ryuichi Sakamoto. “Seriamente ironico” è nato suonando con una mano sola, su una tastierina giocattolo, in un periodo in cui mi ruppi un braccio.
La canzone è influenzata da certi film di Carlo Verdone e Woody Allen. La politica nelle mie canzoni è volutamente tralasciata, la frase a cui ti riferisci è seriamente ironica!
Gianluca, anche tu, Sakamoto a un primo appuntamento, per forza che non ce n’è stato un secondo… Ma passiamo oltre: altrettanto vorrei conoscere qualcosa di più a proposito del testo de “Il patto”, che chiude il disco.
“Il patto” è una canzone molto particolare e fatico a catalogarla. L’atmosfera è volutamente fluttuante (anche a livello armonico) e il testo è pieno di amarezza. Mi sento a disagio quando la canto perché va a toccare certe corde della mia anima che preferisco non far vibrare nella vita di tutti i giorni.
Questo ragazzo ha talento !!!! Bravo Gianluca !