I Cani Sciorri pubblicano Parte I, ultimo episodio di un countdown partito nel 2005 con Parte V. Dopo il tour in Europa con i Cherubs, che ha sancito l’inizio dell’amicizia con la band Texana, i Cani Sciorri sono tornati alle loro origini: gli anni Novanta.
Parte I nasce al bar del Magasin 4, locale di Bruxelles, parlando proprio con i Cherubs. Dopo il loro ennesimo invito ad andarli a trovare in Texas, i tre Cani accettano, ma con l’idea di registrare anche il nuovo album. A gennaio del 2018 volano così a Austin, TX e registrano Parte I in 3 giorni al Cacaphony Recording di Austin con Erik Wofford. Abbiamo rivolto qualche domanda alla band.
Siete arrivati alla fine del vostro countdown con “Parte I”: come nascono le canzoni di questo disco?
Al termine della primavera scorsa, alla fine del tour europeo con i Cherubs abbiamo sentito il bisogno di dire qualcosa di nuovo. Pian pianino ci siamo messi in sala prove e tra una birra e qualche riffone… le canzoni sono uscite in maniera spontanea e rilassata, in 6 mesi avevamo pronte le 8 tracce strumentali.
Poi per le voci ci ha pensato il nostro Cherman, che tra delirio e follia in un periodo oscuro della sua vita ha vomitato il tutto su di un 4 tracce marcio, abbiamo fatto delle pre-produzioni da un caro amico, una domenica pomeriggio, ascoltati, arrangiati e fine: a gennaio voliamo in Texas, a Austin, al cacophony recording studio. In due giorni Parte I ha preso forma. Un’esperienza pazzesca anche grazie all’ospitalità incredibile dei Cherubs e poi Erik, dello studio, ha capito subito cosa volevamo e ha tirato fuori al meglio il nostro sound!
Uno dei motori del nuovo disco, per vostra stessa ammissione, è stato il rapporto con i Cherubs con cui siete andati in tour. In che modo la loro influenza ha avuto impatto sul disco?
In tutti i modi, sia musicalmente sia umanamente. Il fatto di poter scrivere canzoni senza tante paranoie, cercando quelle sonorità ruvide, sporche e zozze ormai quasi dimenticate, ma che a noi piacciono tanto. I Cherubs, tutto questo, lo fanno molto bene e passare lungo tempo con loro ci è stato di esempio e insegnamento.
Il disco sembra particolarmente incazzato e acido. Quali sono le cose che vi fanno incazzare di più oggi e come scegliete gli “obiettivi” per le vostre canzoni?
Il mondo è ricco di cose che ci fanno incazzare: Dall’inquinamento ambientale ai gruppi del cazzo! Ovviamente noi non siamo nessuno per dirlo ma certa roba che si sente oggi in giro…. fa proprio schifo!
Ci fa incazzare il fatto che ci sono locali e piccoli festival che non hanno l’attenzione che meriterebbero, la gente non segue più come un tempo la musica dal vivo e di conseguenza i ragazzetti che prendono in mano uno strumento e iniziano a suonare sono sempre di meno… questo fa incazzare…
Per fortuna ci sono ancora delle realtà che funzionano e ci teniamo a ringraziare tutti quelli che si rompono il culo per tenere viva la scena musicale, sfidando grandissime difficoltà, ma mettendoci anima e corpo.
Ci fanno incazzare i risvoltinati, le fighe di legno, le forze dell’ordine che abusano del loro potere, la mancanza di passione in generale: nella politica, nella musica, nelle relazioni sociali, nella partecipazione, nella creatività… purtroppo sono tantissime le cose che ci fanno incazzare!!! Troppe troppe…
Che cosa vi inventerete per il prossimo tour, che vi porterà in mezza Europa?
Dobbiamo inventarci come stare lontani dal bere e dalle varie tentazioni dopo i live… Questo giro in Europa con i Distorted Pony è una figata ma sara’ molto impegnativo: 14 date in 16 giorni e circa 8000 km… dobbiamo starci dentro e fare i bravi… non abbiamo più 20 anni.. ahahahah… Porteremo in giro il disco nuovo e un paio di pezzi vecchi tipo Flipperboys/testagrossa/lecco water.
Ovvia domanda di chiusura: ora che avete pubblicato le parti da V a I, che succede?
Niente di che! Il countdown era nato così, senza pensarci su troppo, ma soprattutto senza ragionare su quando sarebbe arrivato al termine… interessante però riflettere sulla coincidenza di Parte I non avremmo mai pensato, tanti anni fa, che saremo volati fino in Texas per registrare un disco!
Un disco che ci appartiene in pieno e in cui ci riconosciamo tantissimo. Possiamo dire un disco maturo. Bene, Parte I è l’inizio… le idee non mancano e ci chiuderemo di nuovo in sala prove tra un live e l’altro per tirare giù del nuovo materiale. Siamo un gruppo ormai solido; dopo sette dischi e quasi diciassette anni che ci sopportiamo, possiamo ancora fare: parte.part.par.pa.p…..e poi vai di fantasia e tanto noise!
I Cani Sciorri ripartono per un tour internazionale che si dipana su queste date:
16/06: Bologna, Freak Out
17/06: Cuneo, Birrovia
18/06: Marsiglia, L’Embobineuse
19/06: Barcellona, Sala Begood
20/06: Tolosa, Bomberenea
22/06: Rennes, Mondo Bizarro
23/06: Ploungonver, Dibar
24/06: Bruxelles, Magasin 4
25/06: Le Havre, McDaid’s
26/06: Dordrecht, DS17
28/06: Poznan, Ubazyla
29/06: Amburgo, Hafenklang
30/06: Larz, Fusion Festival
Cani Sciorri traccia per traccia
Si parte da un battito, quello di Kevin’s Birthday, che ha già la manopola tutta aperta e non si risparmia neanche in termini di asprezza. Non ha molto in comune con la Festa mesta di marleniana memoria Festa famosa, in cui l’hype è un po’ ridicolizzato a colpi di sei corde e drumming.
Sbudellare l’anima esterna sentimenti negativi a tutto tondo con atmosfere inquiete e con alternanze ora elettriche e rumorose, ora molto più in down.
Fuja Fuja apre con gioia selvaggia, tra cori e battiti pesanti, esperienze sessuali gridate e proclamazioni hardcore. Molto più distruttiva, oscura e aggressiva Grunge 2 (Dimmi dai): il grunge cui si fa riferimento è sicuramente quello inondato di Nirvana (di Bleach) e Melvins.
Astio si muove su sentimenti elettrici e suggestioni anti-clericali, con un sound sempre molto pesante e carico. Elisabetta si sposta quasi in territorio metal, con chitarre fumiganti ma anche un cantato quasi giocoso.
Satan’s Boys invece ha una partenza estremamente oscura, chitarre molto heavy, un testo che lascia poco spazio alle speranze.
Disco imperioso e costante per i Cani Sciorri, che attraversano tutto l’arco costituzionale dall’hardcore all’hard rock senza mai perdere un colpo.