Si chiama Welcome Alice il nuovo lavoro del chitarrista Luigi Bellanova, accompagnato da un trio (con basso e batteria) per un percorso di cinque brani strumentali decisamente sotto l’egida del rock e del blues. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.

Vorrei che presentassi te e il tuo trio: chi siete e come è nata la formazione?

Non sono bravo a parlare di me… Un mio limite :-)  Sono un chitarrista prettamente autodidatta. Il mio percorso formativo è fatto di ascolto di dischi, vedere i live e aver fatto diverse esperienze di masterclass con chitarristi del panorama italiano e oltre oceano. 

A oggi nel mio percorso formativo manca sicuramente un’esperienza accademica perché ti prepara alla professione, ma la buona vecchia strada sicuramente vale molto di più. 

Vivo a Bologna ormai da vent’anni trasferito per studi universitari. Sono di origini pugliesi e precisamente di Ceglie Messapica. Già suonavo in Puglia e a seguito del mio trasferimento ho proseguito la mia attività in terra emiliana.

Le esperienze di cover band sono state davvero tante e su generi come il rock, il blues, il funk, r&b e rock&roll. Ho suonato in vari locali per il nord italia e ultimamente qualche tournée all’estero.

Il trio con cui suono al momento nasce dalle varie conoscenze fatte nel mondo delle cover band come prima ti dicevo e dopo aver frequentato Andrea Bedo Bedin (basso) e Alberto Zapparoli (batteria) ho capito che avevamo da dire qualcosa insieme.

Ho fatto ascoltare le mie pre produzioni ai ragazzi dei vari brani scritti e qualche brano è stato scritto anche a sei mani. Per me la loro impronta è molto importante e queste connessioni tirano fuori delle cose molto belle. (non a caso un brano è intitolato CONNECTION)

Ci puoi introdurre anche il tuo nuovo lavoro? Perché il titolo “Welcome Alice”?

Gia da tempo avevo file e progetti sul mio pc e a un certo punto mi sono detto che dovevo suonarli e farli soprattutto ascoltare alla gente anche a costo di non piacere, ma non tenerli più archiviati. 

Essere sempre accerchiato da quel concetto che se un brano non è perfetto non lo posso far ascoltare. In realtà questa cosa si stava tramutando in un vero e proprio limite. 

E’ un album sicuramente di nicchia e non per un pubblico vasto. Il nome “Welcome Alice” perché? E’ il brano che ho scritto per mia figlia nata qualche mese prima di cominciare le riprese dell’album. 

In realtà dico che il brano l’ha scritto lei per me in quanto la musica è arrivata come un’onda nel pieno della notte. E’ come se me lo avesse consegnato. Questo a differenza di altri brani per cui ci sono voluti mesi per chiuderli.

La tua musica si muove tutta nell’ambito del rock e del blues. Quali sono i tuoi numi tutelari in questi generi?

Diciamo che nel mio sangue scorre prettamente del rock e nel tempo si è contaminato con altri generi cosa che mi fa parecchio impazzire. 

Sicuramente Hendrix Docet e potrei chiudere qui. Ma la verità è che ci sono una marea di musicisti che ascolto. Un chitarrista che mi ha folgorato a morire è Richie Kotzen che non lo vedo solo come un chitarrista da paura ma un compositore, arrangiatore, scrittore, cantante e possiamo stare qui a parlarne per ore.  B.B King, Robben Ford, Beatles, Led Zeppelin, ecc… ecco sicuramente il mio orecchio si è educato con musica britannica e americana. 

Oggi ascolto molta più musica italiana e noto che abbiamo dei professionisti pazzeschi, ma con un mercato discografico poco aperto ai generi meno commerciali.

Il tuo ep ha già avuto un percorso importante, passando per il NAMM di LA e il Guitar Show di Padova. Hai già in mente un futuro lp oppure ti concentrerai su lavori più “brevi”?

L’esperienza del NAMM è stata davvero una cosa fantastica!! Collaboro già da diverso tempo con un’azienda artigianale di amplificatori per chitarra “Rambaldi Amp” e sicuramente essere rappresentante del marchio insieme ad altri colleghi li a L.A. mi rende davvero orgoglioso. 

Quando sei li realizzi ancora di più che sei una goccia dell’oceano. C’erano rappresentanze da tutto il mondo, dalle superstar che ti passeggiavano di fianco e io a bocca aperta, ad altri musicisti meno conosciuti ma che spaccano il c*** di brutto! 

Si torna a casa pensando che hai da imparare un mondo e che fai tesoro di quello che hai visto e sentito.

Tra le varie esibizioni e dimostrazioni ho eseguito qualche brano dell’album in anteprima e il Guitar Show a marzo l’ho scelto come data di pubblicazione dell’album!

Il Futuro lo vedo cercando di continuare a scrivere e suonare i brani. Altra importante esperienza a oggi è la collaborazione con aziende Made in Italy del settore e tutte realtà davvero valide e consolidate!

Rambaldi Amp ( costruttore di amplificatori), Emiliano Barbieri ( liutaio costruttore di chitarre ), Dogal Strings ( azienda storica e affermatissima produttrice di corde ), Celentano Pickup ( costruttore di pickup per chitarra) Oggi sicuramente sono concentrato a far in modo che questo lavoro venga ascoltato il più possibile.

Questa domenica suonerai al Festival “Blues A Balues” a Bologna: quali sono le tue aspettative per questa esibizione?

Si questa Domenica 15/9 per chi fosse sicuramente in zona Bologna e fosse curioso di ascoltare il mio lavoro, suonerò al Festival “Blues a Balues” in via della Torretta 12 c/o l’Associazione Serena 80. 

E’ un festival che esiste da molti anni e ospita davvero tanti artisti pazzeschi! Questo mi rende davvero felice. 

Le mie aspettative per questo concerto sicuramente sono quelle di poter far sentire la nostra energia al pubblico presente e trasmettere il più possibile.

Luigi Bellanova traccia per traccia

Si parte un po’ acidi e sicuramente belli carichi con Connection, che è stata anche scelta come singolo e che mette in evidenza qualità e plasticità della chitarra.

Imprint rallenta leggermente per permettersi di esplorare con maggiore profondità le rotondità del rock blues, mettendo in luce una palette di colori suggestiva.

La title track Welcome Alice arriva a spezzare un po’ il passo e a rallentare il ritmo, con un bluesettone notturno ricco di riccioli di chitarra.

XXL allarga gli orizzonti, sempre colorandoli di blues e muovendosi su e giù per la scala in modo omogeneo. La chiusura è affidata alla breve coda di Insilence, più ricca di oscurità, con la chitarra che emerge dal silenzio.

A parte l’ovvia abilità strumentistica va messa in luce, in Luigi Bellanova e nel suo trio, la capacità di amalgamarsi e di plasmare il rock e il blues secondo le proprie esigenze e tendenze. Il risultato è molto godibile.

Genere: rock blues

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One thought on “Luigi Bellanova: intervista, recensione e streaming”
  1. Luigi è una persona speciale alla quale sono molto legato come amicizia, non solo professionalmente. È sincero, modesto e artisticamente molto bravo e Welcome Alice è il coronamento delle sue capacità. Gli auguro che sia solo il primo EP di una lunga serie.

    Massimo

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