Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con The Blind Monkeys, band di Milano all’attivo dal 2016 che ha di recente un pubblicato un nuovo album dal titolo Argini, cantautorato rock di quelli buoni a chi sente la mancanza dei tempi in cui esistevano solo le playlist con i Ministri e gli Zen e le Vans a scacchi. Un disco che suona esattamente come quei tempi lì, senza risultare eccessivamente nostalgico e anzi, diventando spesso una ventata di freschezza.
In che modo Argini rappresenta un cambio di percorso per voi?
Il primo album è un po’ come diventare adulti, come quando d’un tratto ti rendi conto che le cose non sono più uguali, che sono più piene, complicate e nemmeno ti sei accorto che non sei più lo stesso. La produzione di questo album ci ha cambiati, ci ha resi più consapevoli, ma forse anche più pronti. Con questo album ci sentiamo di aver fatto un primo passo, lo sentiamo come la prima pietra delle nostre fondamenta. Argini è per noi un nuovo inizio.
Il vostro disco inizia con Fuoco alla polveri, una intro strumentale che ci avvicina al mood del disco. Una cosa che non è più comune e suona abbastanza vintage. Come mai questa scelta? Quali altri dischi del passato iniziano così?
L’intero album è un percorso musicale che riflette il percorso interiore delle nostre cinque vite. Ogni brano è legato agli altri. Per questo ci serviva una porta, qualcosa che facesse entrare nella narrazione e preparasse per l’ascolto di Argini. Un disco su tutti che sfrutta questo espediente è certamente The Dark Side of the Moon.
Avete un nome in inglese ma cantante in italiano (un po’ come è successo agli Afterhours o ai Fast Animals and Slow Kids). Come è andata?
Com’è che era quella storia che ci siamo inventati? Le cose a volte capitano, questo nome ce lo siamo trovato da un vecchio gruppo con un’altra formazione e in simbolo del fatto che non sempre le cose sono sotto controllo e che ormai il nome era quello, abbiamo deciso di non cambiarlo. – Bella, ci sta! –
Quali sono le vostre influenze musicali? Qualcosa che non ci aspetteremmo?
Certamente Pink Floyd, Led Zeppelin e mille altre band anglosassoni per quanto concerne il sound, per i testi Tenco e prog anni ’70 italiano, primo fa tutti il Banco del mutuo Soccorso. Ovviamente poi c’è la radio e Spotify, li accendi e ogni volta è uno spunto diverso: da i grandi del pop mondiale contemporaneo a Vasco Rossi.
Cosa c’è nel futuro dei Blind Monkeys?
Chi può dirlo? Si sperano sette San Siro sold out. Più concretamente stiamo partendo con un piccolo tour di presentazione del nostro album. Si parte da Compiano, in provincia di Parma il 12 settembre, il 27 settembre siamo al Piroka a Toscolano-Maderno in provincia di Brescia, stiamo organizzando una serata di presentazione al SAM di Milano in Via Mecenate e due Live in locali milanesi: Distreat e Café Popolare, oltre che un concerto a Bollate, a Milano e altre proposte che andiamo via via considerando.